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Boccasavia: dalla nebbia alla Sicilia

Il cestista dilettante racconta la sua nuova vita tra basket, mare e studi a Messina

Lucilla Granata

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redazione@laprovinciacr.it

17 Ottobre 2024 - 18:28

Boccasavia: dalla nebbia alla Sicilia

Dario Boccasavia

MESSINA - «Abbiamo appena finito l’allenamento e stiamo andando al mare. So che lì questi sono giorni di pioggia e non voglio farvi invidia, ma questa è la realtà che vivo da qualche mese. È proprio una vita diversa da quella che facevo a Cremona e sono davvero contento». A raccontare la sua nuova vita ‘siciliana’ è Dario Boccasavia, che dopo aver trascorso gran parte della sua carriera cestistica nel Cremonese, dove è nato (scuola Vanoli, poi la serie C con la Sanse, esperienza alla Juvi e a Pizzighettone), dalla scorsa estate è un nuovo giocatore della Castanea Basket Messina, in serie B Interregionale. Non così comune per un giocatore dilettante scegliere di andare a giocare a 1.200 chilometri da casa...

Come è arrivato a questa scelta?
«Avevo già intenzione di fare un'esperienza cestistica lontano da Cremona e sono arrivati il momento e l’occasione giusta. Anche dal punto di vista degli studi, visto che mi manca solo la tesi per finire l’università al San Raffaele di Milano. Ho scelto scienze tecniche delle attività motorie preventive e adattate. Prima di intraprendere questa carriera però, che devo dire mi appassiona, volevo togliermi ancora qualche soddisfazione nel basket. Mi sono preso il tempo di valutare un po’ di proposte e tra le offerte che mi sono arrivate da questa categoria, Messina mi è sembrata la migliore. Il basket è il primo amore, ma lo studio era e deve essere il piano B, post carriera agonistica. Questa estate ho già iniziato a seguire qualche atleta e devo dire che è una professione che mi piace tanto. In cui sento anche di poter dare qualcosa. anche per questo ho voluto continuare gli studi dopo la laurea triennale che avevo già conseguito».

Diceva che le manca solo la tesi, di cosa tratterà?
«Non potevo che scegliere di parlare di basket. Nello specifico degli infortuni nella pallacanestro e della prevenzione degli infortuni. Un tema perfetto perchè coniuga alla perfezione l’esperienza di anni sul campo e gli studi che ho fatto».

Ma aspettando il momento di dedicarsi a questo lavoro in maniera totalizzante, ora è tempo di concentrarsi sulla sua nuova vita a Messina. Come si sta trovando?
«Davvero bene. Volevo fare un’esperienza del genere prima di smettere e tra le varie offerte che ho ricevuto, quella dalla Sicilia mi è sembrata la migliore. Sono arrivato il 19 agosto e il 25 è iniziata la preparazione. Qui è tutto un altro mondo. Non c’è nebbia, piove poco e lo stile di vita è molto diverso. È tutto più lento, meno frenetico. Al bar la mattina da noi c’è solo il tempo di prendere un caffè al volo e di correre al lavoro. Neanche ci si saluta quasi. Qui invece è quasi un rito. Si fermano a chiacchierare con tutti e poi banalmente, anche al ristorante, non ti servono velocemente. Si prendono il loro tempo. Non hanno fretta di mandarti via e anzi hanno piacere che ci si fermi anche a lungo a fare serata. Mi sto abituando e mi piace molto come si vive qui, anche se come ogni cosa, ha i suoi pro e i suoi contro».

Tra i pro sicuramente il mare...
«In assoluto. Dopo l’allenamento si va al mare e quello della Sicilia è davvero limpido e bellissimo. Anche in questi giorni siamo tutti in maglietta e pantaloncini e si fa ancora il bagno. L’ambiente societario poi, rispecchia lo stile di vita che c’è qua. Quando sono arrivato sono venuti a prendermi in 5 dirigenti. Un’accoglienza fantastica. Mi hanno portato in giro a vedere le bellezze di Messina oltre all’appartamento dove avrei vissuto e mi venivano a prendere addirittura per andare a fare la spesa all’inizio, quando ancora non sapevo muovermi autonomamente. Ero da solo, non avevo punti di riferimento e sono stati di grandissimo aiuto. La squadra poi, è molto buona. Non ci sono grandi nomi, ma giocatori che hanno voglia di farsi valere. L’obiettivo è quello dei playoff e credo che sia plausibile. Giocare tanto per me ora è molto bello ed è stato uno dei motivi che mi ha spinto a venire qui e farmi conoscere anche al sud».

Le manca qualcosa di Cremona?
«Mi mancherà e mi manca la famiglia. È la prima volta che vivo così tanto lontano da casa. Non mi mancherà invece la nebbia e neppure le zanzare che ci sono anche qui ma molto meno. E ovviamente mi mancheranno gli amici e gli eventi tipici di Cremona a cui sono sempre stato abituato a partecipare. Salutatemi il Torrazzo. Anche lui, mi manca già un po’». Lu.Gra.

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