L'ANALISI
10 Ottobre 2024 - 19:32
Mister Corini e il ds Giacchetta
CREMONA - Elegante, modi pacati, tono di voce basso ma concetti molto chiari. Eugenio Corini si presenta con umiltà ma anche con quella sicurezza di chi sa che di fronte avrà trenta partite per cercare di arrivare al sogno serie A.
La Cremonese l’ha vista dal vivo diverse volte. Ora ha avuto il primo contatto da allenatore.
«Ero presente allo Zini per vedere Cremonese-Spezia. I grigiorossi arrivavano dopo la grande partita di Sassuolo. Quando sei senza squadra cerchi di valutare, vedere partite. Per crescere c’è l’esigenza di vedere dal vivo certe situazioni. La Cremonese lo scorso anno è arrivata a un centimetro dalla meta. In questa stagione si è ripartiti con grandi ambizioni. Il fatto di avere obbligo di vincere a volte non è così semplice. Ho parlato con i ragazzi ma ho insistito proprio su questo aspetto. Dobbiamo metterci quel qualcosa in più, quella rabbia agonistica e quella voglia di stare insieme che fanno la differenza. Non basta avere qualità per vincere, non è sufficiente essere giocatori importanti per la categoria. Questa responsabilità non ci deve schiacciare ma darci la forza. Avere la pressione addosso deve essere un privilegio».
Come cambierà a livello tattico la sua Cremonese?
«Ho sempre grande rispetto per i miei colleghi e per Stroppa ancora di più che è un amico e ha fatto un lavoro eccellente. Parlare di moduli è difficile, c’è un concetto più evoluto dei numeri. Creerò la struttura tattica per mettere a proprio agio ogni giocatore. Sarà importante essere motivati e tutti devono essere pronti. Con i cinque cambi chi entra a volte può far vincere le partite e alla lunga è una cosa che conta parecchio».
Che squadra ha trovato?
«Mi hanno detto che il gruppo è sempre stato coeso e che si è sempre messo a disposizione dell’allenatore. Effettivamente è così. I ragazzi sono delusi dalla situazione che si è creata, ma vogliosi di riprendere a marciare. Ci sono tutti gli ingredienti per fare un campionato da protagonisti. Ma, ribadisco, non basta essere un buon professionista per fare punti. Dobbiamo avere qualcosa dentro che ci spinga a migliorare. Dobbiamo diventare aggressivi e avere voglia di reagire».
L’esperienza di Palermo può esserle utile a livello di pressione?
«Bisogna sempre parametrarsi con gli obiettivi. Il primo anno a Palermo dovevamo consolidare la categoria e siamo arrivati ottavi. Nel secondo dovevamo migliorare ed eravamo in zona playoff. Sicuramente c’è tanta pressione ma bisogna saperla leggere e reggere. A Cremona passa tutto attraverso questo campionato, lo si capisce dal mio contratto fino a fine stagione. Dobbiamo spingere al massimo per arrivare alla nostra meta. La chiarezza c’è».
Come le sembra questa nuova serie B?
«La B è uno dei campionati più difficili e complicati di tutta Europa. Lo scorso anno c’erano un paio di squadre forse al di sopra di tutte, attualmente c’è più equilibrio. Oggettivamente il Sassuolo ha qualità importanti, poi più o meno il livello è simile. Proprio per questo c’è uno spazio importante per prenderci quello che vogliamo. Mancano trenta partite che sono un mondo per poter arrivare lontano. Serve continuità di risultati e non mollare mai. Il Cosenza lo scorso anno è arrivato a un passo dalla retrocessione e poi ha avuto una reazione arrivando a un passo dai playoff... Sappiamo dove vogliamo arrivare, lo possiamo fare direttamente ma anche attraverso i playoff. Noi faremo il possibile per cercare la via più breve...».
In questo momento c’è solo un problema psicologico?
«La testa muove tutto. Le qualità, lo ripeto, non bastano. Serve creare una mentalità e nelle difficoltà trovare le risorse per uscirne. Ogni allenamento può essere fondamentale, un video, una discussione costruttiva. Questo campionato ha dimostrato che quello che abbiamo fatto fino ad ora non basta».
Il fatto di arrivare da Brescia (storica rivale grigiorossa) può essere un ostacolo?
«Da quando ho 17 anni sono in giro per l’Italia da giocatore e poi da allenatore. Sono concentrato su quello che è il mio lavoro e in questo momento sono in una piazza importante. Ho visto una tifoseria bellissima nella gara contro lo Spezia. Cercherò di spiegare le mie idee e di convincere tutti attraverso il lavoro. Il fattore campo deve pesare. Lo scorso anno con il Palermo vincevamo 2-0 allo Zini a fine primo tempo con la Cremonese in dieci. Il pubblico è stato determinante per la crescita della squadra nella riprese e alla fine abbiamo pareggiato. Quella partita ci ha dato una botta pesante a livello mentale e viceversa rilanciato i grigiorossi».
Il battesimo sarà contro la Juve Stabia.
«Abbiamo già iniziato a lavorare per prepararci alla prossima partita. La Juve Stabia la paragono al Catanzaro dello scorso anno. Andremo in uno stadio piccolo e caldo. Dobbiamo cercare attraverso la prestazione di superare ogni cosa e anzi far diventare uno stimolo la difficoltà».
Qualche giocatore da rilanciare?
«Conterò su ognuno di loro. Chi gioca, chi entra e chi esce. E se lo farà da arrabbiato sarà un segnale di attaccamento. Ho delle idee dal punto di vista tattico, ma devo vedere e valutare. Credo di avere a disposizione una rosa capace di potersi mettere a disposizione. Guardiamo davanti a noi per arrivare alla nostra meta».
Vandeputte?
«Io ritengo tutti importanti. Jary lo considero un giocatore evoluto con qualità tecnica e il suo contributo sarà un valore. Ma nessuno ci farà vincere la partita da solo. Lo stimolo deve essere quello di stare insieme e di lavorare uno per l’altro. Di certo Vandeputte è un giocatore importante e intelligente».
Ha quasi sempre utilizzato la difesa a quattro nella sua carriera.
«Dopo la gara contro la Juve Stabia parleremo di più di questa cosa. Adesso abbiamo un piccolo vantaggio rispetto agli avversari perchè non sanno come saremo disposti in campo... C’è un’idea ma un piccolo vantaggio attualmente me lo voglio prendere».
La Cremonese ha fatto meglio in trasferta ultimamente. Perchè?
«È spiegabile. Tutti gli allenatori che arrivano a Cremona tolgono pressione alla propria squadra e liberano i giocatori da pressioni mentali. Agli altri basta giocare una buona partita, per noi è fondamentale vincere invece. Noi abbiamo responsabilità maggiore e dobbiamo sfruttarla per essere superiori all’avversario. Dobbiamo essere dominanti in casa. Questa squadra ha grandi potenzialità in trasferta, ma in casa dobbiamo costruire un cammino importante. Dobbiamo essere solidi e forti a livello mentale».
Cosa le ha fatto dire di sì alla Cremonese?
«La ritengo una delle rose più competitive della categoria. C’è una società solidissima e il Cavalier Arvedi è una grande persona. Lo ha dimostrato portando dalla serie C alla A la squadra, costruendo un centro sportivo favoloso. La Cremonese ha uno status importante. C’è quella ambizione che amo e che voglio cavalcare».
Ha già in mente la sua Cremonese?
«Assolutamente sì. In questo momento ci manca qualche nazionale. Abbiamo fuori due giocatori che ritengo importantissimi come Castagnetti e Johnsen. Forse il primo lo avremo a disposizione per Castellammare di Stabia».
Vazquez in cabina di regia?
«La sua qualità gli può far fare qualsiasi ruolo. Ha giocato anche in mezzo al campo. Cercheremo di capire insieme come fare uscire il gioco nel modo migliore. In quel ruolo c’è Castagnetti è un giocatore preziosissimo su cui conto. L’importante è cercare di giocare con più verticalità, soprattutto in casa contro squadre molto chiuse».
Lo scorso anno la difesa ha fatto bene. Quest’anno meno.
«L’equilibrio tattico a volte dipende dal farsi prendere dall’ansia di voler vincere la partita. Si rischia di andare fuori equilibrio. Quando martelli e il tempo passa ti fai prendere dalla paura di non segnare e in quel momento rischi. Per quello dobbiamo lavorare per essere sempre equilibrati e lucidi».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris