L'ANALISI
17 Settembre 2024 - 10:06
Paul Eboua al tiro contro Brescia, a fianco Andrea La Torre
CREMONA - Una vittoria a Scandiano nell’amichevole con la UnaHotels Reggio Emilia, una sconfitta di misura (con finale alquanto contestato e terna arbitrale in evidente confusione oltre che non all’altezza del livello di un incontro della massima serie nazionale) nel test di Viadana contro la Germani Brescia. Al di là dell’aspetto numerico, che ha comunque una propria valenza anche in preseason, quelli che maggiormente contano sono i progressi che la Vanoli ha mostrato in entrambi gli impegni.
La squadra sta trovando i giusti equilibri in campo, è capace di lottare con grande determinazione, concreta al punto giusto; pur essendo notevolmente mutata nel roster, la Vanoli fa vedere di aver avuto la pazienza e la capacità di pescare dal mercato giocatori che hanno grande volontà e voglia di realizzare qualcosa di concreto per sé stessi e per il collettivo. Sia i ragazzi americani sia gli italiani stanno costruendo un gruppo che lascia ben sperare in vista di un campionato preannunciato intricato e fortemente competitivo.
Coach Cavina e il suo staff stanno insistendo sull’intensità ai massimi livelli che la squadra deve schierare sul parquet sia in attacco sia in difesa; in particolare nella propria metà campo è necessario e fondamentale puntare sull’aggressività, sulla cattiveria sportiva, sulla capacità del quintetto intero di chiudere la saracinesca a protezione del proprio canestro. In attacco gli schemi cominciano ad essere applicati con maggiore fluidità, dando la possibilità a tutti di essere protagonisti e determinanti a rotazione durante le varie fasi dell’incontro. Una variabile sulla quale si dovrà lavorare ancora duro è la ricerca di continuità di rendimento; emblematico, nell’ultimo test contro Brescia, il notevole vantaggio sprecato – più 16 – dai cremonesi nell’ultimo quarto. Cavina ha spiegato che, secondo le indicazioni dettate dal preparatore atletico Jacopo Torresi, le rotazioni sono state gestite per non dare troppi carichi ai giocatori.
La fluidità vista dopo l’intervallo lungo si è spenta poco a poco negli ultimi 10 minuti, la Vanoli è andata mentalmente in confusione e una squadra esperta come quella bresciana diretta da Peppe Poeta ne ha approfittato per recuperare lo svantaggio e rientrare in corsa per il successo. Nulla di preoccupante, concedere il passo ad un avversario che sembrava ormai con le spalle al muro lascia inevitabilmente un po’ di amaro in bocca, ma è sulla prestazione complessiva che ci si deve concentrare e Cavina sa bene dove intervenire e insistere per fare in modo che la squadra si presenti al taglio del nastro di domenica 29 settembre a Casale Monferrato, contro i padroni di casa della Bertram Derthona Tortona, nella migliore condizione.
È vero che in questo momento contano relativamente, ma le sensazioni sono decisamente positive; tutti i giocatori stanno mettendo le loro capacità al servizio del collettivo, il clima è sereno, si scherza fuori dal campo ma quando la squadra si ritrova in palestra non vola una mosca e l’attenzione è massima. Ognuno dei protagonisti è consapevole dell’importanza del proprio ruolo, principale o secondario che sia; i ruoli sono ben definiti, ma il raggiungimento dell’obiettivo primario della stagione in via di partenza dovrà essere merito di ognuno, perché l’obbligo perentorio è quello di farsi trovare sempre pronti alla chiamata del coach. Questa settimana la Vanoli sarà impegnata negli ultimi due test di precampionato: domani a Genova (Stadium, ore 19) i biancoblù affronteranno Torino di A2, mentre sabato a Modena si terrà un allenamento congiunto a porte chiuse con la Estra Pistoia (avversaria il 13 ottobre della terza giornata di campionato a Cremona).
«Cremona vince a sorpresa la prima edizione dell’Us Basket Cup di Modena. Ci aspettavamo Forlì, e invece...». Evidentemente ci sono rimasti male i commentatori della telecronaca trasmessa su Youtube da un’emittente locale emiliano-romagnola: si attendevano che la due giorni cestistica modenese avesse come ‘padrone’ la Unieuro dalle grandi firme – vedi i vari Tavernelli, Harper, Daniele Cinciarini, Gaspardo, Pascolo, l’ex juvino Daniele Magro – e invece il trofeo lo ha portato a casa la compagine meno accreditata alla vigilia e sulla carta. La JuVi Ferraroni ha infatti messo in mostra, prima contro Rimini e poi con Forlì, notevoli passi avanti sia come condizione fisica sia come intesa tra giocatori, ma soprattutto come carattere e mentalità vincente.
E in finale coach Luca Bechi non ha schierato prudenzialmente l’acciaccato Isiah Brown, che comunque nella semifinale ha messo in mostra numeri notevoli e una già avanzata intesa con l’altro straniero Eddy Polanco e con tutti i compagni. Dell’esperienza modenese ha colpito favorevolmente la tenacia e la concretezza del pacchetto di lunghi, con Simone Barbante e Alessandro Morgillo a far valere centimetri, atletismo e capacità tecniche. Molto bene in cabina di regia la coppia di play formata da Federico Massone e Gianmarco Bertetti (20 punti complessivi realizzati contro Forlì), capaci di dettare i ritmi di gioco ai compagni ma anche di rompere le uova nel paniere degli attaccanti avversari.
Già in grande spolvero il capitano Lorenzo Tortù (24 punti a referto in finale), entrato in pieno nello spirito del condottiero gigliato, dell’uomo che con il proprio esempio dovrà trascinare il team juvino nell’ormai sempre più imminente campionato di serie A2 (debutto stagionale domenica 29 settembre, alle 18, sul parquet del PalaElAchem di Vigevano). Complessivamente la JuVi Ferraroni ha segnato in entrambe le gare 79 punti, tenendo Rimini a 71 e Forlì a 73; un andamento dal punto di vista tecnico piuttosto lineare, con una discreta produzione in attacco ma soprattutto una notevole aggressività difensiva che ha creato non pochi grattacapi alle due avversarie romagnole.
Dimostrazione di come il lavoro impostato da coach Bechi e dal suo staff venga ‘assorbito’ dai giocatori, anche se ovviamente c’è ancora molto lavoro da fare, tanta strada da percorrere per arrivare ad un sempre migliore affiatamento ed equilibrio sul campo, con i giusti meccanismi in entrambe le parti del parquet da oliare e far funzionare a dovere. Di certo c’è la soddisfazione per l’attitudine che tutti i ragazzi stanno mettendo in palestra, durante le intense sedute di allenamento che saranno la benzina, la colonna portante dei risultati che la JuVi Ferraroni saprà costruirsi durante la stagione. A Modena si è vista una squadra che, avanti di questo passo, potrà dare filo da torcere a qualunque avversaria, anche la più accreditata.
Siamo ora entrati nella penultima settimana di preparazione e nell’ambiente juvino c’è apprensione non solo per il guaio alla schiena di Brown ma anche per gli infortuni a Naoni e Frigerio, che costringono il team a lavorare con rotazioni ridotte, anche se il ds Marco Abbiati sta cercando qualche giocatore da aggregare al gruppo per meglio affrontare il lavoro in palestra. E sabato pomeriggio (21 settembre, palla a due alle ore 18), presso il PalaCava JuVi Center, andrà in scena l’ultimo test di preseason contro l’Assigeco Piacenza. L’occasione giusta per mostrare ulteriori progressi del gioco collettivo in vista dell’esordio stagionale di otto giorni dopo e magari prendersi la rivincita dopo il ko del 7 settembre a Codogno.
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