L'ANALISI
31 Luglio 2024 - 12:37
Giacomo Gentili con in braccio la nipote, a destra la gioia alla fine della gara
PARIGI - Un sogno d’argento. Cercato, sofferto, meritato. Una gioia immensa. Eccola brillare, la medaglia cremonese nel bottino italiano alle Olimpiadi di Parigi. È merito del capolavoro di Giacomo Gentili, capovoga del quattro di coppia. Il canottaggio ha regalato ancora una volta grandi emozioni a Cremona e all’Italia, sportiva, ma non solo. Il quadruplo azzurro ha disegnato un percorso straordinario, intenso, bellissimo. Gentili, Luca Rambaldi, Luca Chiumento e Andrea Panizza sono stati i protagonisti di un secondo posto che ha portato l’Italremo sul podio nella gara a cinque cerchi. Con grande soddisfazione. E anche riscatto, per mettere da parte la delusione di Tokyo 2020.
Un’ombra che poteva aleggiare su Parigi, ma che non ha intaccato la determinazione, la concentrazione, la voglia degli italiani di essere protagonisti di questa edizione dei Giochi. Un argento meritato, con una finale in cui gli azzurri hanno dimostrato quanto di importante e positivo avevano già fatto vedere sabato durante la batteria di qualificazione. È stata una finale bellissima, carica di emozioni, combattuta sino al termine. E sono stati gli ultimi metri a fare sobbalzare il tifo italiano per una seconda posizione ripresa con uno spunto finale incredibile. Nel sorriso dei protagonisti dopo l’arrivo c’è stato tutto l’entusiasmo per avere centrato un risultato che sa anche di storia per il canottaggio azzurro.
L’Italia è partita subito bene, anche se già al primo intermedio è stata l’Olanda a prendere il comando della gara. I campioni olimpici in carica e del mondo nel 2022 hanno dettato un ritmo decisamente elevato, ma la risposta dell’equipaggio guidato da Gentili è stata immediata, puntuale, precisa. Al passaggio dei primi 500 metri, gli olandesi hanno fatto registrare il tempo di 1’24”23, con gli italiani transitati a 50 centesimi e a seguire polacchi e britannici, mentre più staccati tedeschi e svizzeri. A metà gara si è leggermente alzato il vantaggio dell’Olanda, divenuto di 88 centesimi, con l’Italia attenta in particolare a una Polonia che ha cercato di essere da subito in gara per una medaglia. E con uno sguardo puntato sempre su un’insidiosa Gran Bretagna.
La sfida si è infiammata. Se davanti l’equipaggio olandese ha mantenuto il primo posto senza dare segni di cedimento, la finale si è accesa in particolare per gli altri due piazzamenti sul podio. Al terzo intermedio c’è stato il sorpasso Polonia, seconda. Gli ultimi 500 metri sono stati davvero carichi di tensione, di emozioni, di straordinaria bellezza. L’Olanda è andata a conquistare l’oro chiudendo in 5’42”00, ma alle sue spalle la sfida è stata tutta per l’argento: gli azzurri non hanno smesso di crederci e sono riusciti nel sorpasso alla Polonia, difeso con grande determinazione nei metri finali.
Per l’Italia, che ha chiuso in 5’44”40, è arrivato così un secondo posto di grande prestigio, mentre il podio è stato completato dalla Polonia al traguardo in 5’44’59. Una manciata di centesimi. Un nulla. Che però ha significato tanto. Tutto, per l’Italia. Per il cremonese Gentili. Una gioia infinita. Un argento strameritato. È stato un risultato che ha saputo scrivere un’altra pagina di storia dello sport cremonese: Gentili ha infatti conquistato la quattordicesima medaglia olimpica. Così, anche in questa edizione parigina delle Olimpiadi, Cremona è protagonista e non è ancora finita visto che devono ancora gareggiare Orsoni, Gerevini, Vece e Desalu.
Un’emozionato fortissima. Per una medaglia che ha un valore unico, un argento olimpico che è la realizzazione di un percorso. Soprattutto, di un grande sogno. «Non ci credo ancora – sono state le parole di Giacomo Gentili – e ringrazio tutte le persone che sono venute a vederci, la mia famiglia, gli amici, la fidanzata. Piango di gioia, tutto il lavoro profuso vale ogni palata fatta ogni anno in cui ci siamo preparati per arrivare a questo momento. Ho finalmente vinto quella medaglia che dovevo vincere per Pippo Mondelli: non c’ero riuscito a Tokyo, ma oggi ce l’ho fatta». Sulla splendida prestazione dell’equipaggio azzurro, il cremonese, capovoga, ha commentato così: «In gara siamo stati freddi, bravi a ribattere ogni attacco e a rimanere concentrati, fino all’ultimo metro non ho pensato di avere già la medaglia al collo». Invece, alla fine, proprio quella medaglia olimpica è arrivata con tutto il suo carico di emozioni. Splendide, uniche, meritate.
Lo sguardo incollato alle immagini in arrivo dallo stadio nautico di Vaires-sur-Marne. Un trasporto emotivo forte, da coinvolgere pienamente e trasportare direttamente lì, nell’impianto a est di Parigi. Poco più di cinque minuti di speranze, di sostegno, di adrenalina. Poi la gioia. L’hurrà. Il grido di esultanza. È stata vissuta così la finale del quattro di coppia, nel cuore delle origini di Giacomo Gentili. Nella sua Bissolati, dove ha avuto inizio il percorso del canottiere di Cremona, che è riuscito a raggiungere il grande sogno della medaglia d’argento olimpica.
Tre anni dopo il trionfo di Valentina Rodini, è stata ancora grande festa nella Canottieri di via Riglio. Oggi i soci della Bissolati si sono ritrovati per condividere la gara e tifare il loro campione nella finale del quattro di coppia. Già un’ora prima dell’inizio, i primi movimenti nella sala davanti al maxi schermo, poi con l’avvicinarsi della partenza della gara è aumentata sempre più la presenza. Un tifo che si è acceso con un primo applauso al cremonese quando è stato inquadrato in fase di presentazione delle nazioni impegnate nella finale. Poi le emozioni della prova, sino alla gioia liberatoria per l’argento conquistato in un finale.
«Questa medaglia d’argento – ha commentato il presidente Maurilio Segalini — vale quanto un oro. È meritata, l’equipaggio ha lavorato molto bene. Gentili è cresciuto qui da noi ed è stata una grande emozioni seguirlo: ha condotto benissimo la gara, gli faremo una grande festa. Per noi che viviamo di sport sul fiume, conquistare una medaglia olimpica è davvero un grandissimo risultato».
A seguirlo oggi alla Bissolati c’era anche Davide Magri, uno dei primi allenatori di Gentili: «Vincere una medaglia alle Olimpiadi – ha sottolineato – è il coronamento di un atleta e se lo merita. Da tecnico che ha avuto modo di allenarlo anni fa è una soddisfazione immensa: l’ho visto nascere in Bissolati, qui è cresciuto e ha realizzato un percorso con caparbietà e determinazione che l’ha portato a questo straordinario risultato». Gentili è un modello per molti giovani: «Appena ha potuto, durante le pause estive dei raduni olimpici, è sempre venuto ad allenarsi qui – ha spiegato Luca Manzoli, capo settore del cannottaggio in Bissolati – e lo ha fatto con i nostri giovani, con grande umiltà e attaccamento alla società. È un esempio». Ora è tempo di festa: in Bissolati ci si sta organizzando per il ritorno del campione cremonese.
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