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BASKET SERIE A

Vanoli: a Las Vegas punta forte

Il gm Conti: 'Io e coach Cavina vediamo decine di partite al giorno. Ci mancano due giocatori'

Fabrizio Barbieri

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fbarbieri@laprovinciacr.it

18 Luglio 2024 - 18:42

Vanoli: a Las Vegas punta forte

Il general manager Andrea Conti

LAS VEGAS - «Qua ci sono 48 gradi, ma onestamente all’aperto ci si sta poco... Siamo dentro e fuori da palestre, palazzetti e sale congressi di hotel per vedere basket. Sì, anche negli hotel, perchè questa è Las Vegas». Andrea Conti, general manager della Vanoli, sta vivendo con coach Demis Cavina la tradizionale full immersion della Summer League alla ricerca di talenti e soprattutto di contatti. «La verità è che la Summer League è l’evento principale, ma intorno ci sono centinaia di eventi. Si possono vedere giocatori in orbita Nba, altri che giocano già in Eurolega e altri che si mettono in mostra alla ricerca di un contratto. C’è praticamente tutto il mondo della pallacanestro mondiale. Si possono allacciare contatti e soprattutto si possono vedere giocatori dal vivo. È vero che il mondo è cambiato, ma è altrettanto vero che scegliere un giocatore in base ai video è diverso rispetto alla valutazione in presenza».

C’è interesse da parte del pubblico o solo per addetti ai lavori?
«Ci sono due palazzetti dove si gioca la Summer League. Uno da 20mila persone e uno poco distante da tremila. Sono sempre pieni. I biglietti costano parecchio (62 dollari al giorno), ma tutti vogliono vedere i possibili protagonisti della prossima Nba. C’è un interesse clamoroso».

Ci parlava non solo di Summer League.
«È così. Questi giorni sono un vero e proprio evento per il basket e una vetrina per tutti quanti. Oltre alla Summer League ci sono tantissimi eventi collaterali organizzati dalle varie agenzie per mettere in mostra i loro talenti. Dove c’è spazio si gioca. Basti pensare che siamo stati a visionare delle partite nella sala congressi di un albergo. Un evento organizzato dai Toronto Raptors, è incredibile come siano stati ‘costruiti’ due campi da basket in quella location...».

Ci spieghi meglio la sua giornata tipo.
«La cosa più pesante è sempre superare il jet lag che è di nove ore per noi... Al mattino ci svegliamo presto e io e coach Cavina facciamo colazione e andiamo a vedere le prime partite alle 9.30 del mattino. Si guardano gare di continuo. Nei palazzetti principali si parte alle 13.30 e si giocano otto gare al giorno. Si finisce a tarda sera, resta il tempo di cenare e andare a dormire...».

Nessun giro di slot machine?
«Al massimo abbiamo fatto due passi in qualche mole tra un evento e l’altro. Ma davvero c’è poco tempo per lo svago».

Porterete a casa gli ultimi due americani?
«Stiamo lavorando per trovare due giocatori perfetti per la nostra situazione».

Cosa state cercando esattamente?
«Un pivot atletico, che salti e che ci dia rimbalzi. Rispetto allo scorso anno un giocatore completamente diverso rispetto a Golden. Poi siamo alla ricerca di una guardia importante che possa giocare anche minuti da play. Uno che sappia gestire bene il pick and roll».

Quindi Jones verrà utilizzato da ala piccola?
«L’idea sarebbe quella. Lui è un ottimo tiratore e può giocare sia da tre che da due. La nostra sarà una squadra molto duttile, in questo senso la filosofia non è cambiata rispetto al passato».

Contento della Vanoli costruita fino a questo momento?
«Direi di sì. Siamo stati tempestivi a sistemare il pacchetto italiani. Sugli americani ci siamo mossi su giocatori più esperti. Il fatto che Lacey e Davis siano restati con noi indica la volontà di continuare in un progetto partito da lontano. Avere bravi ragazzi e giocatori capaci di coinvolgere i nuovi è fondamentale. Il livello della serie A si è alzato tantissimo e non possiamo permetterci di fare troppi errori. Ovviamente la nostra deve essere una campagna acquisti sostenibile, fatta di idee e puntata su giocatori affamati che vogliono mettersi in mostra. Questa è la filosofia della Vanoli».

La conferma di Davis è stata complessa?
«Diciamo che volevamo tutti e due la stessa cosa. Per noi è stato un giocatore fondamentale nel finale della scorsa stagione. Ha portato personalità e carisma, al di là delle doti tecniche che tutti conoscono».

Come vede il resto della ‘compagnia’?
«Milano ha fatto una squadra fuori categoria. Scafati ha costruito un quintetto di altissimo livello. Trento è una squadra con grande senso, mentre Venezia la vedo completa e molto interessante. Reggio Emilia può puntare in alto, ma molto dipenderà da Galloway. Poi molte squadre sono ancora alla ricerca di elementi per completare il roster. Lo ripeto, questo sarà un campionato di livello molto alto. In generale la serie A è diventata più competitiva e anche le neopromosse sono di primo livello».

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