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CICLISMO

Impresa Lazzarini: oltre 400 km in un giorno

In 23 ore attraversate in gravel quattro valli in solitaria

Gabriele Cogni

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redazione@laprovinciacr.it

25 Giugno 2024 - 17:30

Impresa Lazzarini: oltre 400 km in un giorno

Matteo Lazzarini

CREMONA - L’avventura e il divertimento. L’andare a misurarsi in una ricerca di propri limiti, ma farlo allo stesso tempo con il piacere di godersi il percorso. L’adrenalina e il sapore. L’esperienza gravel di Matteo Lazzarini ha unito gli elementi nell’espressione di un ciclismo d’osservazione. Di esplorazione, di un luogo con i suoi paesaggi, ma pure di sé stessi in un’intima ricerca di gusto personale attraverso un viaggio lento.
In questa combinazione, il ciclista cremonese ha realizzato la sua impresa gravel di 413 km, con 4200 metri di dislivello, partita e arrivata a Cremona dopo un giro attraverso quattro valli: Val Camonica, Val di Sole, Val Rendena e Val Sabbia. Sono state 23 ore consecutive in solitaria, con il tempo che non è stato realmente una componente di sfida, ma più che altro un compagno di viaggio, in quella lentezza cercata per apprezzare proprio ogni momento del percorso.
«L’idea – ha spiegato un emozionato Lazzarini – è nata da un desiderio di realizzare un’esperienza su una distanza importante con la bici gravel, ispirato anche dalle imprese di Luca Cerri, amico e tecnico nella preparazione atletica del progetto. Sono appassionato, ho iniziato in mountain bike, in gravel ho fatto altre esperienze, mai così lunghe. Così ho studiato nei dettagli questo giro ad anello delle quattro valli, unendo Cremona alla val di Sole, che conosco molto bene, creando il percorso tra ciclabili, strade secondarie e strade bianche. Una sfida che ho deciso di affrontare da solo».

Qual è stato lo sviluppo del percorso?
«Sono partito alle 23 dalla città, anticipando di un’ora perché l’adrenalina era già altissima. Sono arrivato a Iseo, poi la ciclabile sino a Pisogne alle 3 di notte e ancora avanti sino ad arrivare a Ponte di Legno verso le 9. Tonale e val di Sole, dove ho mangiato qualcosa, per poi riprendere attraverso passo Campo Carlo Magno, la ciclabile val Rendena sino a Tione. Lì, l’ultima salita per evitare la statale, sotto un acquazzone, ciclabile in Val Sabbia e ritorno in città verso le 22».

Cosa ha portato con sé per questo viaggio?
«Due borse a telaio con cui mi sono portato panini, barrette, gel e frutta secca, e uno zainetto con l’acqua. Per le altre necessità, ho ridotto tutto ai minimi termini per evitare pesi inutili».

Qual è stata la difficoltà maggiore?
«Non ho avuto particolari problemi di notte, anche se l’arrivo delle prime luci dell’alba sono divenute una spinta in più. Ho avuto un paio di crisi nella seconda parte, più psicologiche che fisiche, ma le ho superate, anche condividendo a distanza con mia moglie Michela i momenti».

Quali sono state le emozioni più forti di questa esperienza?
«Mi sono goduto ogni momento, il silenzio della notte, i paesaggi. Certo ho faticato, perché non sono abituato alle lunghe distanze, pur essendomi preparato, ma questa impresa ha lasciato un segno indelebile proprio per la forza delle emozioni. È una sfida con sé stessi, da cui si ottiene un arricchimento personale davvero importante e diventa un bagaglio d’esperienza che ti resta per tutta la vita».

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