L'ANALISI
13 Maggio 2024 - 19:20
Andrea Mizzotti
SORESINA - «Ho comunicato al presidente che non sarò più l’allenatore della Soresinese nella prossima stagione: sono stati tre anni intensi che ho vissuto a velocità tripla: sono felice di aver raggiunto gli obiettivi preposti perché la Soresinese merita di essere qui oggi e di togliersi tante soddisfazioni presenti e future».
Inizia così la lettera di Andrea Mizzotti, capitano, bandiera, simbolo, mister e da oggi in poi, primo tifoso della Soresinese
Schivo, pacato, sorridente, un lavoratore che ha saputo trasmettere la propria passione per questa società a tutti quelli che gli sono gravitati attorno. Tre stagioni, un campionato di Promozione messo in bacheca e due salvezze in Eccellenza. Andrea parte da qui: «Voglio dire grazie al presidente Emidio Pantani e a tutta la società: al momento della mia scelta ero un novellino sulla panchina di una prima squadra, soprattutto se si pesano le ambizioni di una società come la Sore che voleva vincere la Promozione».
L’ex mister continua a riavvolgere il nastro: «Ho messo tutto me stesso per raggiungere questo obiettivo, se mi guardo indietro abbiamo vinto con merito contro squadre di spessore (Club Milanese, Tribiano e Soncinese su tutte) mi resterà dentro per sempre l’aver riportato la mia squadra, quella per cui faccio il tifo, nella massima categoria regionale, ne vado fiero. Era tanti anni che la società non faceva questa categoria, abbiamo raggiunto due volte la salvezza senza passare dai playout: dico grazie al mio staff, ragazzi di altissimo livello, sempre al mio fianco, sempre al lavoro per migliorarci, al direttore Guerino Ghio, sempre ottimista e fiducioso, una figura importantissima che mi è sempre stata vicino anche e soprattutto quando le cose non andavano bene».
Quando parla dei suoi giocatori ad Andrea Mizzotti forse scappa qualche lacrima: «Grazie a tutti i ragazzi, anche a chi ha fatto solo un allenamento solo sotto la mia gestione da loro a chi è rimasto tre anni: ho costruito rapporti umani prima che tecnici e per me sono il sale».
Nelle ultime righe Mizzotti parla da tifoso: «Sono stato giocatore, capitano, parte dello staff, mister ma ora mi metterò in tribuna e continuerò a tifare per i colori del mio cuore, quelli che mi hanno regalato emozioni sotto tutte le vesti in cui li ho sempre onorati. Grazie, Andrea».
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