L'ANALISI
30 Aprile 2024 - 19:42
Bariti in azione
CREMA - Non ha potuto esagerare coi festeggiamenti, perché tiene famiglia. Ma la felicità di Davide Bariti per la salvezza è senza limiti. «Sono felice. Ce l’abbiamo fatta. Magari con qualche giornata di ritardo, ma per come si era messa, sapevamo che avremmo dovuto lottare fino alla fine. Fare i playout sarebbe stato un rischio. Dopo aver avuto sempre il vantaggio della forbice, farci tirare dentro proprio all’ultima giornata sarebbe stato mentalmente pesante. In più siamo arrivati alla fine con tanti infortuni e tanti acciacchi. C’era chi giocava da settimane stringendo i denti».
Per il capitano gialloblù, quello materializzatosi domenica è il quarto miracolo consecutivo. «Da quando sono al Pergo- conferma Bariti – è stata la salvezza più sofferta, arrivata dopo una stagione tutta in salita. Forse solo nell’anno del Covid, quando siamo andati ad affrontare la Juventus Under 23 con soli 13 giocatori e abbiamo vinto per 4 a 2 era stata così problematica».
Bariti ci teneva in modo particolare a raggiungere l’obiettivo: «Ci ho sempre tenuto, ma quest’anno ero anche capitano e volevo a tutti i costi che ci salvassimo».
Il popolo cannibale ha dato una grossa mano anche nell’ultima fatica: «Quando domenica abbiamo visto la curva piena di gente è stata una bella sensazione. Ci ha dato la carica giusta. Al momento della monetina per il sorteggio del campo ho scelto di giocare il secondo tempo sotto ai nostri tifosi. Ci hanno dato il calore e la spinta necessari per crederci fino alla fine».
Anche perché battere la Guiana è stato tutt’altro che una formalità: «È stata una partita dura, come ce l’aspettavamo. Loro hanno schierato qualche elemento che aveva giocato meno ma che aveva voglia di mettersi in mostra. Tuttavia, le nostre motivazioni erano maggiori».
La Pergolettese ha avuto il merito di affrontare la gara con raziocinio. «Ci siamo detti che l’importante era non subire gol. Infatti abbiamo concesso pochissimo ai nostri avversari. Nel secondo tempo, abbiamo spinto fino a trovare la rete decisiva. Prima di quella abbiamo colpito due traverse, collezionato dieci calci d’angolo e creato almeno quattro occasioni nitide. Arini ha fatto un gol da rapinatore d’area. Alla fine, la salvezza ce la siamo meritata».
L’impresa è stata centrata al termine di una stagione mai così tribolata. «È stata un’annata tutta in salita – conferma Bariti – nella quale ci è sempre mancata una prima punta che ci desse un riferimento. Poi, abbiamo avuto tantissimi infortuni e anche qualche squalifica. Dal mercato di gennaio non abbiamo avuto aiuti e poi c’è stato il cambio di allenatore. Da metà stagione in poi ci è anche mancata la presenza di Cesare Fogliazza».
Anche questa ha pesato sull’economia del campionato: «Con noi giocatori – afferma il capitano – Cesare è sempre stato splendido. Non ci ha mai fatto pesare niente, anche quando le cose non andavano bene e veniva a parlarci. Diciamo che come squadra siamo stati bravi a rimanere uniti; in un’annata del genere non era facile. Per questo dico che la salvezza ce la siamo meritata. E siamo felici. Per noi, per i tifosi, per Cesare».
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