L'ANALISI
22 Aprile 2024 - 09:05
La gioia del presidente Aldo Vanoli
SONCINO - Sull’ultima sirena di Vanoli-Brescia, l’incantesimo si è compiuto ancora. E ancora, abbiamo assistito a una scena emozionante, che in questi ultimi anni ci siamo abituati a vedere diverse volte. Il presidente Aldo Vanoli che scioglie la tensione della partita in un caldo sorriso ed entra in campo applaudendo la sua squadra, presto circondato da tutto il gruppo. Giocatori, allenatore, staff. La Vanoli family insomma. Quella che lui ha sapientemente costruito in quasi 14 anni di presidenza. Lo raggiungiamo di prima mattina, all’indomani di una delle partite migliori mai giocate dalla squadra. «Eh sì. È stata proprio una grande vittoria non c’è che dire» racconta.
«Ma sa, è un gran bel gruppo questo. Per tutta la stagione è stata una gioia entrare nello spogliatoio dopo le partite, anche quelle che abbiamo perso, mi creda. Perchè nella vittoria come nella sconfitta, non c’è stato un incontro in cui questi ragazzi non abbiano dato tutto quello che avevano. Ma ha visto anche Corey Davis, l’ultimo arrivato? Lui avrebbe avuto interesse a mettersi in mostra in queste partite, a farsi vedere per trovare un contratto e invece ha sempre giocato al servizio della squadra, con un altruismo commovente. E poi ha portato una ventata di allegria ed energia positiva nel momento in cui serviva di più. Sapevamo che il nostro obiettivo quest’anno sarebbe stata la salvezza, ma guadagnarsela così sul campo senza dovere essere costretti a fare troppi calcoli e con due giornate di anticipo, è stata una grande soddisfazione. Per tutti. Per i tifosi, per me, per tutta la squadra».
E a proposito di squadra, bisogna riconoscere al presidente, che in tutti questi anni, ha saputo scegliere per lo più non solo ottimi giocatori, ma forse prima di tutto, grandi persone. «Fiuto le anime belle si vede» risponde ridendo. «Ma a parte gli scherzi, si vede davvero che un po’ di naso ce l’ho sul serio. Ormai ho perso il conto di quanti anni è che sono alla guida di questa società e di quanti giocatori sono passati di qui. Ma è vero che prima di scegliere un giocatore, io scelgo la persona».
E ce lo vediamo, nel suo ufficio in ferramenta a Soncino, dove passa tanto del suo tempo, a incontrare stagione dopo stagione, i vari giocatori. Scrutarli con quello sguardo penetrante, con quel suo pinocchio di legno sempre dietro alla scrivania, per soppesarne il valore, quello umano, prima di quello professionale. Aldo Vanoli è sempre stato un uomo di poche parole, ma di tanta sostanza. Burbero solo di aspetto, ma con un cuore grande, i giocatori li ha sempre trattati come figli. E da ‘padre’ orgoglioso ne parla, soprattutto quando ne deve sottolineare i meriti. «Una grande stagione davvero questa. Se penso quanto sono cresciuti giocatori come Piccoli ed Eboua. O lo stesso Denegri che ora si è consacrato grande giocatore di serie A. Io dico che è merito dell’ambiente positivo in cui li facciamo lavorare. Un ambiente sano che è fatto soprattutto di valori».
Sabato sera al palazzetto chi c’era, ha assistito a una partita davvero straordinaria in cui la Vanoli, ha mostrato sin dalle prime battute alla corazzata Brescia, che non le avrebbe concesso nulla. E bisogna ammettere che questa cosa è stata chiara da subito. Dal parzialino di 5-0 in apertura di match. Come a dire: «Sì, voi siete forti, ma stasera al PalaRadi non passa nessuno. Perchè noi questa sera, andiamo a prenderci la salvezza».
Una salvezza davvero meritata che porta una firma in particolare. Quella dell’allenatore Demis Cavina. «Devo parlare del nostro coach, concedetemelo. Perché anche contro Brescia, ha fatto scelte incredibili, è stato bravissimo. In ogni partita devo dire, è riuscito a compiere qualche miracolo. Con Brescia però, ancora di più. Ricordiamoci di come ha preparato questa partita complessissima. Col materiale che aveva a disposizione per altro. Sette, al massimo otto giocatori disponibili. E li ha amministrati con un’intelligenza tattica assoluta. Supportato da uno staff unito e collaborativo certamente. Anche di Cavina, come di me, dicono che abbia un aspetto un po’ burbero, ma la verità è che non si è mai arrabbiato con i giocatori. Li ha sempre aiutati, capiti, sostenuti, anche nei momenti più complessi della stagione. Ha ripagato i loro sforzi e i miei. Ho visto tante persone commosse al PalaRadi l’altra sera. Quanto a me, lo confesso. Ho preso una pastiglietta per stare calmo. I battiti mi erano andati alle stelle nelle ultime partite».
Siamo curiosi di sapere cosa ha detto alla squadra. «Stavo mandando giusto prima di sentirmi con lei, un messaggio a tutti i giocatori, perché si sa che mi affeziono ai ragazzi. Non sono solo dipendenti per me. Non so cosa fanno gli altri presidenti e non mi interessa, ma io li tratto tutti come miei figlioli. E loro mi ripagano dandomi queste soddisfazioni».
Siamo piuttosto convinti che Aldo Vanoli stia già pensando al futuro... «Adesso pensiamo a finire bene il campionato, ma ho capito la domanda implicita. Si prosegue, certo. Sempre cercando di spendere con criterio e portando avanti la nostra filosofia di andare a pescare, anche con un po’ di fortuna, i giocatori di talento. Sapendo che quello che conta, è sempre costruire un bel gruppo».
Gruppo che avrà sempre la stessa guida. «Cavina se non cambia idea lui, per me resta sicuro anche la prossima stagione. Con noi si è tolto tante soddisfazioni e tante ce ne ha anche date. Ma in bacheca c’è sempre spazio per nuovi trofei...».
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