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CALCIO SERIE B

Tesser punta sulla Cremonese: "E' la seconda forza"

"La scalata al secondo posto molto simile a quella della mia squadra sull'Alessandria"

Ivan Ghigi

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ighigi@laprovinciacr.it

11 Aprile 2024 - 07:00

Attilio Tesser

Attilio Tesser

CREMONA - «La scalata della mia Cremonese sull’Alessandria è stata difficile quanto lo è quella dell’attuale Cremonese che deve rimontare due punti al Como. In comune c’è che la squadra grigiorossa è dietro e che è attesa da un finale di altissimo livello».
Il nome di Attilio Tesser resterà impresso nella centenaria storia della Cremonese perché ha riportato i grigiorossi in serie B dopo oltre un decennio in terza serie. Il ‘Komandante’ sa cosa vuol dire gestire un finale di stagione delicatissimo in cui ogni passo falso può costare caro. Avrebbe voluto viverlo quest’anno alla guida della Triestina, ma la società lo ha lasciato a casa lo scorso febbraio con la squadra terza in classifica «a 9 punti dalla quarta».
Sabato si giocherà una gara particolare allo Zini per Tesser. Si affronteranno Cremonese e ternana delle quali è stato tecnico.
«Le difficoltà tra la Cremonese del 2017 e quella di oggi sono simili — spiega Tesser — perché adesso sono due le cose che contano: primo stare bene con la testa, perché è determinante giocare il proprio calcio senza il ‘braccino corto’ e senza paure; secondo riuscire a giocare con fiducia e tanta umiltà, perché l’umiltà vale due volte la fiducia. Il segreto sta nel non sentire la tensione ed essere umili».

In questi giorni sul rush finale della serie B si spendono tante parole. Numeri, statistiche e rendimenti che ogni week end rischiano di essere ribaltati e smentiti.
«La serie B è bella proprio per questo. Tolto il Parma che deve proprio crollare per mancare la promozione in serie A, resta una bellissima bagarre a decidere le sorti del campionato».

Tra le considerazioni più gettonate ci sono i raffronti tra calendari: sono molti a indicare che la strada del Como sia più in discesa: scaramanzia o realtà?
«Non esistono calendari facili per nessuno. Se non sei al massimo della concentrazione è durissima. Il Como è secondo e sta facendo sicuramente bene, ma io reputo che la vera seconda forza della stagione sia la Cremonese. Non dimentico nemmeno il Venezia, che ultimamente magari ha rallentato, ma è una squadra di gamba e mentalità forti. Queste tre si giocano il secondo posto da oggi fino alla fine, la storia dei calendari non esiste».

Nel girone di ritorno il Venezia ha perso quattro partite, il Como tre e la Cremonese ‘solo’ due. Eppure la classifica dice altro.
«È la dimostrazione che perdere gli scontri diretti non è determinante se c’è un certo equilibrio. Lungo la stagione arrivano momenti importanti che non si possono sbagliare: perdere punti con le cosiddette squadre facili alla fine può compromettere più di tutto. Gli scontri diretti valgono sei punti ma se c’è una certa continuità».

Quindi la Cremonese ha ‘sprecato’ i successi contro Como e Venezia?
«Non sto dicendo che la Cremonese si è messa in difficoltà, mi ricollego al discorso del calendario difficile per tutti. Quanto alla Cremo credo che sul bilancio complessivo ci sia sempre la zavorra di inizio campionato. Da allenatore so benissimo che le gare con le squadre piccole sono sempre le più complicate da motivare. Il segreto è vincere più con le piccole che con le grandi, perché quelli alla fine possono essere punti persi decisivi. Questo non toglie che la Cremonese sia ancora in piena corsa e che dovrà gestire allo stesso modo la sfida contro la Ternana e quella contro il Venezia tra qualche settimana».

L’unica strada è continuare a guardare avanti?
«La capacità di riprendersi dopo una partita storta è fondamentale. Cremonese, Como e Venezia hanno le carte in regola per salire di categoria ma nel profondo del cuore, e un pezzo del mio cuore resterà per sempre a Cremona, credo che la Cremonese potrà andare a prendersi il posto che merita. È la squadra più forte, mi è sempre piaciuta molto e ha una rosa ampissima».

Mister lei partiva con la difesa a quattro e chiudeva le gare passando a cinque. Oggi una scelta più integralista del modulo spesso è giudicata in base agli esiti del campo.
«In campo non si va col paraocchi a giocare il proprio calcio senza accorgimenti. Quelli si trovano all’interno del proprio sistema di gioco. Lo stesso modulo può essere interpretato diversamente per prendere contromisure sull’avversario. Puntare sullo stesso assetto è segnale di certezze, se cambio ogni volta trasmetto insicurezza. A Terni ero passato alla difesa a 5 ma trascorso il momento particolare sono tornato al mio stile, con cui sono abituato a lavorare. In un finale di stagione è meglio dare fiducia a quello che si fa».

La Cremonese aspetta ancora il ‘suo’ Vazquez.
«Giocatore di spessore e grande qualità. Fa parte di quei fantasisti che regalano giocate super ma che alternano periodi in cui riesce tutto ad altri in cui riesce nulla. A volte strappano applausi, altre volte ti domandi dove siano. Ho vissuto a Modena la stessa cosa con Tremolada. Grandissimo estro con cui poteva decidere la gara ma anche momenti di smarrimento. Sono giocatori difficili da togliere? Sì, perché ti aspetti la giocata. Però bisogna capire se quella alternanza è circoscritta alla singola gara o se si tratta di un periodo ben più lungo e complicato».

Allo Zini arriva una Ternana che potrebbe uscire dalla zona calda della classifica.
«Breda ha detto che contro il Modena ha visto la più brutta gara della stagione e ha pareggiato. Contro la Sampdoria ha rimontato un gol, ha tenuto testa ai blucerchiati alla grande ma poi è crollata negli ultimi cinque minuti. È una squadra giovane che ha freschezza, ha gamba e tiene bene il campo. In questo match però la qualità sta dalla parte della Cremonese».

Tesser è in attesa di capire cosa riserverà il futuro.
«La mia situazione è strana: esonerato a Trieste da terzo in classifica. Ho ancora voglia e tanta passione, quando sarò stanco lo dirò e farò altre scelte. La mia storia dice che ho fatto tre volte la serie A, che ho vinto quattro volte la C al primo colpo e che ho allenato tredici volte in serie B, dove forse mi sento più a casa».

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