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A sessant'anni para ancora e cerca il Guinness dei primati

Dornetti verso il record con 43 stagioni in prime squadre: "Gioco con i ragazzi e mi diverto"

Lucilla Granata

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redazione@laprovinciacr.it

10 Aprile 2024 - 18:51

A sessant'anni para ancora e cerca il Guinness dei primati

Valerio Dornetti

CREDERA - La passione non ha età, ma soprattutto l’età è solo uno stato della mente, come direbbero gli americani. La prova vivente di questo è Valerio Dornetti, 60 anni compiuti il 24 marzo scorso tra i pali di un campo da calcio e con indosso la divisa della Lodigiana, squadra di Seconda categoria dove gioca attualmente. «Non capisco lo stupore. Mi sento bene, mi è sempre piaciuto giocare e soprattutto sono un ottimo portiere. Perché non dovrei farlo?».

E in effetti il discorso non fa una piega, anche se in campo con lui, la maggior parte dei compagni di squadra arriva ad avere anche un terzo dei suoi anni.
«Gioco ancora a buoni livelli. Due anni fa ero in Prima categoria, poi sono andato sul Cremasco, l’anno scorso ho giocato in Terza e poi mi hanno richiamato qui, in Seconda. La mia è solo una grande passione e credo sia molto importante poterla assecondare. Mi fa sentire bene, mi tiene in forma e mi diverte ancora giocare e stare in mezzo ai giovani».

Il calcio, anche se non è stata la sua professione, di sicuro è stato e continua ad essere, gran parte della sua vita.
«Io sono di Credera Rubbiano, un paese del Cremasco. Ho iniziato come la grande maggioranza dei ragazzini a 10-11 anni, nei campionati dell’oratorio. Da subito in porta. Sono un portiere nato portiere. Dopo aver trascorso sei mesi a Trescore nei giovanissimi, sono passato all’Atalanta dove ho fatto tutta la trafila delle giovanili. Il periodo più bello e anche formativo. In squadra avevo gente del calibro di Donadoni, Madonna e Maffioletti. Poi c’è stata un’occasione. Quella di accettare un contratto in serie C, ma ho preferito un posto in banca».

Ma come? Verrebbe da dire. La favola perfetta di chi sembra predestinato e invece baratta il suo sogno con il più classico posto fisso dei film di Checco Zalone.
Ride. «No credetemi, è stata la scelta migliore e non me ne sono mai pentito. La scelta più giusta perché per me il calcio è un divertimento e non è mai stato un lavoro. Per tutto il resto della mia vita calcistica ho giocato tra serie D e promozione. Mai in Eccellenza, perché non c’era ai miei tempi. Ora è tutto più facile, ma allora ci si doveva guadagnare il posto. Il calcio è cambiato tantissimo. Prima era tutto più alla portata. Facevamo amichevoli con la Cremonese, con il Milan di Van Basten per dire e abbiamo perso solo 4-0. Abbiamo giocato contro Vialli, Bencina Montorfano quando militavo nel Caorso e abbiamo addirittura vinto. Adesso il divario è enorme tra chi sta nelle squadrette rispetto a quelli che giocano nelle grandi squadre».

Sembra che abbia attraversato ‘ere’ intere del mondo del calcio. Quanti anni sono che gioca ininterrottamente?
«Senza le giovanili sono 43 anni consecutivi che faccio prime squadre. Pare che solo uno al mondo abbia fatto meglio di me al momento. Ovvero 45 anni consecutivi. Si tratta di un uruguaiano che, al momento è nel libro di Guinness dei primati. Ma facendo i calcoli, avrebbe dovuto iniziare a 15 anni a giocare in prima squadra e in Italia non si può. Se si conta il settore giovanile Figc a questo punto io gli sarei già davanti perché ne avrei già 48 di anni validi e lo avrei superato. Comunque non voglio smettere. quindi il record prima o dopo lo batto sicuramente. Finché il fisico mi sostiene e soprattutto se continuo a divertirmi».

A 60 anni, facilmente anche gli allenatori delle sue squadre saranno più giovani.
«Certo! Ormai sono anni che l’allenatore della squadra è più giovane di me e non ho più il preparatore dei portieri, lo faccio da me. Il preparatore l’ho fatto seriamente in serie C e in D per tanti anni, quindi so come si fa e fino a quando qualcuno mi farà giocare, io giocherò. La Lodigiana, dove sono ora, mi ha proposto di restare anche per la prossima stagione, vedremo. Io sono cremasco doc, ma trovo sempre squadre nel lodigiano. Gioco anche per la banca in cui lavoro, un torneo interaziendale. E ho mio nipote che gioca con me. Lui ha 44 anni, comincia ad avere ‘una certa’ anche lui. Pensate che giochiamo anche con chi è del 2004. Gente che ha 40 anni in meno di me. Ma ci tengono giovani e guardate che nessuno fa sconti. Non troverei squadre se non fossi bravo a prendere palloni. A tutti i livelli ci vuole dedizione e disciplina per continuare a rendere in modo proficuo. Ho saltato solo un allenamento quest’anno. È successo mercoledì scorso per la prima volta in 5 anni. In questa stagione sono stati titolare 25 partite su 27. Quando gioco poco, arrivo a disputare 28 partite, senza contare le Coppe. Avrò giocato 1.300 partite in carriera. Continuano a ripetermi: ‘Non smetterai ora vero? A un passo dal record…’. Ma io mi voglio giocare tanto per farlo. Finché sarò all’altezza di restare in un campionato Figc ok, se no smetto. Ma voglio battere il record dell’uruguaiano, questo sì. Sempre che non l’abbia già battuto... In Italia di sicuro, non credo proprio di aver rivali».

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