L'ANALISI
09 Aprile 2024 - 17:29
Cavalli, Arcari, Brignani e Sonzogni
CREMONA - Il Mantova promosso in serie B porta una considerevole firma cremonese visto che sono ben quattro i componenti del team che provengono dal nostro territorio. Il difensore centrale Tommaso Cavalli, di Castelverde, Fabrizio Brignani, difensore centrale di Ostiano che ha realizzato 7 gol quest’anno ed è stato anche nelle giovanili della Cremo. Ancora Luca Sonzogni, che è il secondo portiere ed è di Castelleone, per finire con Michele Arcari, l’annicchese ex portiere grigiorosso e del Pizzighettone.
Proprio quest’ultimo, che esordiva come allenatore dei portieri in prima squadra, racconta. «È una storia tanto bella quanto incredibile per come è nata. Il fatto che ci siano 4 cremonesi nel gruppo non è tanto strano perché la società ha pescato molto nei territori non distanti da Mantova. Qualche parola in dialetto ce la diciamo... Nel Cremonese, come nel Bresciano e nel Bergamasco. Hanno fatto davvero un grande lavoro di scouting. Ma al di là di questo, ancora non riesco a realizzare l’impresa che abbiamo fatto».
E in effetti il Mantova a giugno è retrocesso dalla C alla D perdendo ai playout con l’Albinoleffe lo spareggio. Poi però, il Pordenone decide di non iscriversi al campionato e per il Mantova, che tra le squadre retrocesse era quella che aveva più punti, si apre una nuova possibilità che decide di cogliere al volo. «Ci siamo ritrovati a luglio ancora in serie C e con tutto da costruire. Nel giro di pochi giorni giocatori e staff hanno sposato un progetto ambizioso e deciso di buttarsi in quella che è diventata una cavalcata pazzesca. Siamo partiti tutti senza un contratto firmato, senza neanche certezze assolute sulla categoria in cui avremmo giocato, ma con solo il nullaosta e non il contratto.
Il presidente ha puntato sul direttore sportivo Botturi, un direttore davvero in gamba che con la Pro Sesto aveva già fatto in passato un piccolo miracolo. Lui ha scelto Davide Possanzini come allenatore (anche lui con un passato nella Cremonese), scommettendoci perché non aveva una esperienza da primo allenatore in prima squadra e poi, a parte tre giocatori del Mantova dell’anno prima, ha scelto tutti giocatori nuovi. Vista la rivoluzione fatta, si pensava di metterci almeno un girone, quello di andata, per trovare il giusto amalgama e invece siamo partiti subito fortissimo. Questa che per tutti era una grande sfida, ha cementato il nostro rapporto. Possanzini si è dimostrato un grandissimo allenatore. Arrivava sostanzialmente da 7 anni come vice di De Zerbi e è stato capace di imporre la sua idea di calcio, un’idea ammirata da tanti. È andato tutto nel migliore dei modi secondo me, anche perché c’è stato il giusto approccio da parte di tutti. A partire da un presidente che si è affidato alle scelte di un direttore sportivo competente e che, essendo appunto competente, ha preso a sua volta, decisioni perfette. Poi c’è anche la componente umana. Un gruppo di ragazzi straordinari. Tutti disposti dal primo giorno a dare il massimo per un progetto, a cui da subito, hanno sentito di appartenere».
Tutto molto bello. Ma adesso cosa succederà? Il salto di categoria potrebbe significare ulteriori cambiamenti... «Adesso vedremo. Bisognerà vedere se la società è intenzionata a scommettere ancora su questo gruppo pazzesco. Secondo me c’è molta differenza tra la serie B e la serie A come livello, ma molto meno tra la B e la C. Non ne faccio nemmeno una questione di budget perchè Spal e Benevento per esempio, con grandi budget l’anno scorso sono retrocesse e altre squadre, con molta meno disponibilità, si sono invece salvate. Non tocca a me ovviamente decidere, però posso dire che spero che la società decida ovviamente di fare qualche innesto per adattarsi alla B, ma per il resto tenga gran parte del gruppo di quest’anno. Chissà, magari potremmo stupire come abbiamo fatto in questa stagione incredibile. Non lo dico tanto per dire. È stata davvero un’annata straordinaria in cui si sono vinte tantissime partite e tutte dominando il gioco. Pensate che addirittura un allenatore stimato ed esperto come Gianpaolo è venuto a vedere una settimana di nostri allenamenti. Per capire che bel lavoro è stato fatto. E da un gruppo di esordienti per lo più. Anche come staff lo eravamo».
Lei è l’allenatore dei portieri, ma con Possanzini si conosce da anni e ha condiviso diversi anni lo spogliatoio. «Eh sì. Abbiamo giocato 5 anni insieme a Brescia dal 2006 al 2011. Siamo sempre andati d’accordo e ora il nostro rapporto è cresciuto ed è maturato. Vincere così è ancora più bello. Speriamo di toglierci ancora insieme tante altre soddisfazioni».
Potrebbe tornare allo Zini da avversario nel derby... «Mi auguro con tutto il cuore che non succeda. Vorrebbe dire che saremmo in due categorie diverse...».
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