L'ANALISI
07 Febbraio 2024 - 19:57
Nathan Adrian
CREMONA - «West Virginia, mountain momma: take me home, country roads». Chi non conosce la famosissima canzone di John Denver dedicata allo stato americano? Beh di sicuro chi la sa a perfezione e per intero è Nathan Adrian prodotto proprio della West Virginia University, istituto con sede nella sua città natale. Un ragazzone di 107 chilogrammi per 206 centimetri di altezza, considerato dalle sue parti uno ‘stretch four’, ovvero un’ala grande in grado di tirare più lontano dal canestro rispetto a un’ala grande convenzionale. Quando approda in Europa inizia dalla Francia, passando per l’Ucraina e poi arrivando in Italia a Brindisi. A Forlì, in A2, l’anno scorso, Adrian si fa notare un po’ da tutto il movimento. Nello scontro finale per la promozione in A, è proprio la Vanoli a far naufragare il suo sogno di gloria, ma lui è proclamato in ogni caso, il miglior giocatore straniero del campionato. E in A, ci arriva comunque, perchè se Cremona gli ha negato la promozione con Forlì, proprio dalla città romagnola è andata a prelevarlo per affidargli punti pesanti da segnare in biancoblù. Un’alchimia che ha funzionato perfettamente fino a tre settimane fa. Ora qualcosina si è momentaneamente inceppato e la Vanoli attraversa il primo vero momento di transitoria difficoltà, arrivando da tre sconfitte consecutive.
Cosa sta succedendo?
«Niente di particolare secondo me» spiega Adrian. «Non abbiamo mai perso con troppo distacco in realtà, non sono state sconfitte clamorose. Purtroppo sono arrivate ravvicinate e dobbiamo trovare il modo per tornare a essere decisivi anche negli ultimi minuti del match. In quel frangente possiamo fare un altro step di crescita».
Tre sconfitte simili con un finale gestito male, ma anche un primo tempo sempre ad inseguire.
«Questa è una caratteristica che ci portiamo avanti da inizio stagione. Siamo più lenti nella prima metà del match. Nella seconda cresciamo di energia e intensità. Da queste sconfitte dobbiamo trarre proprio questa indicazione, per capire dove dobbiamo cambiare e non trovarci più a inseguire. Perchè quando vai sotto di tanto, la rimonta ti può riuscire una volta, due... Ma di sicuro è più probabile che perdi la partita alla fine».
La prossima occasione di riscatto arriva domenica in casa con Napoli. Una squadra che veleggia in zona play off. Che partita vi aspettate?
«Parliamo di un buon team, con cui abbiamo perso all’andata. Hanno diverse scelte e uomini di grande talento. Non ci sono match facili e in più loro hanno ottimi tiratori. Sarà una squadra difficile da affrontare, ma con la preparazione che stiamo facendo questa settimana, io credo che saremo in grado di batterli al PalaRadi».
Ha sempre avuto un buon rendimento quest’anno, eppure anche lei ha mancato a Sassari un tiro facile che poteva riaprire la partita nel finale. È un indizio di poca serenità generale in questo momento?
«Non credo sia questo. È che arrivi alla fine della partita a dover fare tiri più difficili con le gambe stanche e meno lucidità. Ci alleniamo per questo. Alla fine dell’allenamento sei stanco come alla fine delle partite, ma certi canestri li metti lo stesso. Ecco, bisogna arrivare a metterli anche sotto la pressione della partita».
È anche un golfista. Ha giocato qui a Cremona? E come si trova in questa piccola città?
«Non ho ancora giocato, ma lo farò a primavera. Cremona è perfetta per me. Io vengo da una città piccola come questa e sono nato nella nebbia... Praticamente sono a casa».
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