L'ANALISI
22 Novembre 2023 - 08:30
Francesca Piccinini icona della pallavolo femminile
CREMONA - Ha lasciato la pallavolo giocata ma la pallavolo non la abbandona mai. Francesca Piccinini volto immagine di uno sport del quale è stata ed è tutt’ora un’icona oggi si prende i propri tempi, i propri spazi, senza dover più sottostare ai rigidi programmi di allenamenti ed impegni che ne hanno caratterizzato la lunga carriera tra club e nazionale. Commentatrice Sky, modella, dirigente, la schiacciatrice toscana non esce dal mondo della pallavolo ma non limita la propria attività a quello; anche dal punto di vista fisico essendosi avvicinata di recente al padel.
Vita nuova ma sempre divisa tra mille impegni.
«Non mi è mai piaciuto star ferma – commenta Piccinini – e dunque subito dopo aver appeso le ginocchiere al chiodo, dopo un periodo di iniziale adattamento, ho subito accolto con piacere le proposte che mi sono arrivate».
Com’è vedere la pallavolo dalla prospettiva della telecronista?
«Completamente diverso e all’inizio mi sono dovuta un po’ ambientare. Essere abituati a condizionare il gioco e passare da una prospettiva passiva è difficile ma poi ho preso dimestichezza con il ruolo ed ora sono davvero contenta. Cerco di dare spunti tecnici tenendo presente che il telespettatore non necessariamente è esperto. Mi diverto e siamo un ottimo gruppo».
Velasco è l’uomo giusto per portarci sul podio a Parigi?
«Prima arriviamo a Parigi, dato che dobbiamo ancora qualificarci. Però sì, Julio è un uomo di spessore, con una grande esperienza ed una conoscenza non solo della pallavolo, ma delle persone in generale, che credo farà valere. Eravamo in una situazione davvero complicata e penso questa sia la soluzione migliore».
Tornando a lei, abbandonate le schiacciate sul taraflex è passata a quelle sul campo da padel?
«In realtà la schiacciata è un colpo con il quale non ho ancora molta familiarità, devo migliorarmi sotto questo punto di vista... Scherzi a parte, mi sono avvicinata al padel quasi per caso grazie al mio compagno ma è uno sport divertente, che permette di tenersi in forma e di divertirsi, due aspetti non trascurabili. Nello specifico mi permettono di stare insieme a tanti amici, tante persone con le quali magari avrei meno occasione di vedermi. È successo così anche a Cremona, grazie a Marta Sannito e Antonio Cabrini, persone che ormai considero di famiglia e che hanno organizzato eventi meravigliosi ai quali ho partecipato davvero molto volentieri. Spero ci possano essere altre occasioni».
Cremona è una città che le ha regalato molto, insomma, dato che con la maglia rosa di Casalmaggiore ha vinto una Champions League.
«Sì, sono molto legata a quella stagione perché è stata davvero magica. Quando sono tornata per partecipare all’evento di Marta e Antonio mi sono tornati in mente tanti flash di quell’anno. Le passeggiate nel centro storico, la vista del Torrazzo, il Museo del Violino. E poi ovviamente il PalaRadi, i suoi spalti gremiti, i tifosi sempre vicini e le tante vittorie di quell’anno».
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