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BASKET SERIE A2

Sabatino: tra la laurea e gli assist

Il play della Juvi Ferraroni pensa al campo ma anche al suo futuro

Giorgio Gandolfi

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08 Novembre 2023 - 18:26

Sabatino: tra la laurea e gli assist

Antonino Sabatino

CREMONA - Cazzimma: neologismo dialettale napoletano (parola usata anche tra le prime volte in una canzone di Pino Daniele), che, traslato nello sport indica la furbizia, l’atteggiamento grintoso di un giocatore o atleta che non ha paura di niente e di nessuno e ama le sfide.

Per come ha fatto vedere in queste prime partite di campionato di A2 Antonino Sabatino della Juvi Ferraroni, la cazzimma non gli manca affatto. D’altronde ad uno nato a Maddaloni, in provincia di Caserta, come Nando Gentile, che con Vincenzo Esposito, anch’egli casertano, avevano carattere a profusione tanto da vincere uno scudetto nel 1991, non si poteva non pensare che non ne fosse sprovvisto. La lista di playmaker nati in questa città, come in passato anche Massimo Mastroianni ed il fratello di Gentile, Stefano, attualmente a Sassari, si è allungata con questo giocatore di 23 anni, alto 1,84, con una media di 10 punti a partita, con il 47% da tre punti e 89% nei tiri liberi.

Sabatino inizia a giocare nella squadra di San Michele di Maddaloni, per poi a 17 anni trasferirsi alla Scandone Avellino in Serie A: «Questa mia prima esperienza da professionista, l’aver giocato con giocatori come Ariel Filloy, Rich e Fesenko, l’aver viaggiato e visto i palazzetti della Serie A è stata l’esperienza più bella nella mia carriera», racconta il giocatore.

Dopo Avellino vive una breve parentesi di due mesi in serie B a Cecina per passare all’Eurobasket Roma in A2 e rimanere sempre in questo campionato, prima a Scafati, poi a Rieti, San Severo, allenato da Luca Banchi, ed infine alla Juvi.

«Non ho hobby particolari, se non leggere e vedere partite di Nba, di serie A ed Eurolega o anche di amici che giocano nelle serie minori. Sono molto legato alla famiglia, sono il primo di quattro fratelli, che giocano tutti a basket, il secondo a San Severo in B2. Non ho particolari idoli nel basket. Lavorando ogni giorno, cercando di migliorarmi in ogni aspetto del gioco, spero di essere fra dieci anni l’idolo di me stesso, per essere arrivato dove avrei voluto agli inizi della mia carriera».

Sabatino non è il tipico esempio di giocatore giovane, spensierato, che pensa solo al basket e non si pone alcuna preoccupazione sul suo futuro. Quando lo abbiamo chiamato al cellulare di prima mattina stava uscendo dalla Biblioteca Comunale: «È giusto e fondamentale pensare al futuro e avere un paracadute per atterrare morbidamente quando smetterò di giocare. Spero di laurearmi il dopo il triennio in economia aziendale o questa estate o nella sessione autunnale. Nel frattempo, nel periodo estivo andrò a Cardiff nel Galles per fare uno stage nel ristorante dove mia zia è manager».

Sabatino non pensa ad Ibiza o Formentera, ma uno stage a Cardiff, una vera mosca bianca nel panorama dei giocatori giovani italiani.

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