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Basket A2: dalla Pampa al Torrazzo e per la Juvi c'è aria albiceleste

La storia di Bernardo Musso, grande protagonista della prima parte della stagione oroamaranto

Giorgio Gandolfi

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redazione@laprovinciacr.it

18 Ottobre 2023 - 12:17

Basket A2: dalla Pampa al Torrazzo e per la Juvi c'è aria albiceleste

Bernardo Musso

CREMONA - Quando un giocatore sudamericano di calcio viene definito un ‘jugador con mucha garra’, significa che è un giocatore combattivo e che da tutto per vincere. Coniato inizialmente anni fa per i giocatori di calcio uruguaiani, il termine garra, la cui traduzione dallo spagnolo è artiglio, si è esteso anche al basket e si attaglia perfettamente a Bernardo Adolfo Musso, la guardia della Juvi Ferraroni, che domenica ha dato spettacolo sul campo di Trapani, segnando 23 punti con 8 su 12 al tiro, mentre ha una media di 14 punti nelle prime quattro partite di campionato ed è secondo miglior marcatore della squadra dopo Tekele Cotton.

Nato a Pergamino, città ubicata nella Pampa, la pianura argentina, e con una popolazione di 100.000 abitanti a 200 chilometri da Buenos Aires, Musso è giunto in Italia nel 2003 a 17 anni con il fratello Victorio, grazie ad un amico di famiglia. La sua prima tappa è stata a Licata in Sicilia in una squadra di Serie C regionale, dove militavano altri sei giocatori argentini.
Ha giocato con il fratello tre anni e Alghero è stata la sua seconda tappa italiana. Da quel momento è stata una scalata è continuata per tutte e sei le serie di basket, dalla Serie C regionale fino a raggiungere la Serie A, passando per Fossombrone, Udine, Brescia, Perugia, Napoli, dove è risultato, con oltre 19 punti di media il miglior marcatore della Divisione Nazionale A, la serie B attuale, Forlì e due anni a Pesaro in A.

È tornato in Argentina nel 2015 e accanto a Walter Hermann, nazionale albiceleste, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atene, e che ha anche giocato in Nna, vince il campionato della serie A con il San Lorenzo de Almagro, ma il richiamo italiano è molto forte. Tornato nel nostro paese, indossa le maglie di Ferentino, Treviso, Casale, Latina, Scafati, Chiusi, Ravenna ed infine alla Juvi. Quando gli chiediamo a quale delle tante città in cui ha vissuto è rimasto maggiormente legato, dice: 'Licata e Alghero, dove ho vissuto le mie prime due esperienze italiane e penso con una certa nostalgia a quegli anni'.

Musso afferma che ha preso molte indicazioni e suggerimenti dalla maggior parte degli allenatori da cui è stato allenato, nessuno in modo particolare, e che gli sono serviti nella sua carriera. Tanto mette Musso agonismo e voglia di vincere in campo, tanto è molto pacato fuori dal rettangolo di gioco: 'Nella vita di tutti i giorni sono una persona tranquilla, leggo molti libri di differenti argomenti, perché sono molto curioso e mi piace spaziare. L’altro mio hobby è suonare la chitarra. Non sono certo Jimi Hendrix, ma quando sento una canzone che mi piace, cerco di suonarla'.

Questo giocatore, capace di tirare da tre, come penetrare e difendere aggressivamente - la garra non si perde anche a 37 anni - non ha un piano preciso di cosa farà quando smetterà di giocare e dice: «Non ci penso per ora, perché mi piace troppo giocare e mi auguro di riuscirci ancora per qualche anno'.

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