L'ANALISI
14 Ottobre 2023 - 11:47
Mattia Marchesetti
CREMONA - Quarant’anni appena compiuti. Una discreta carriera alle spalle nel mondo del calcio, una bella famiglia, tante passioni. Su tutte quella per il pallone che non è mai andata via e che oggi, si è trasformata nella voglia di battere un record... Mattia Marchesetti, cremasco, ha giocato e segnato in tutte le categorie dalla prima alla serie A e ora vorrebbe, entro un anno, trovare una squadra per giocare (e segnare) anche in Seconda e Terza, centrando dunque, un nuovo primato.
Da dove nasce tutto?
«È partito da uno scherzo fra compagni di squadra quando giocavo in Eccellenza a Crema» spiega Marchesetti. «Da un lato mi fa sorridere parlare di fare un record, ma è diventato un pensiero piacevole ad un certo punto. Ho pensato perchè no? ‘Seriamente’ a 40 anni mi sento ancora abbastanza in forma e mi sono detto: ‘ci posso provare!’. Tutto in un anno però, dopo intendo appendere le scarpette al chiodo definitivamente e fare solo lo spettatore delle gare di mio figlio, che sta seguendo le orme del papà. Però, ancora per 365 giorni, mi hanno sfidato a farlo e voglio tentare davvero. Quindi faccio un appello ufficiale. Se qualche presidente di società di Seconda o Terza categoria tra il Cremasco e il Cremonese fosse interessato a un buon esterno ancora in forma... Io sono disponibile».
Potrebbe essere anche impegnativo. Si sente disponibile al sacrificio eventualmente?
«Me ne rendo conto sì, ci ho pensato. Faccio davvero tante cose e sta diventando difficile già così tra gli impegni famigliari, i figli e tutto il resto. Ma me lo sono messo in testa... E l’idea di tornare a giocare, a respirare l’aria dello spogliatoio, fare squadra e soprattutto esultare per un gol, per me è magia. Vorrei davvero provare se dovesse esserci l’opportunità di farlo».
Tanti ricordi nella sua carriera calcistica. Ricordi e gol. Ce n’è qualcuno a cui è particolarmente legato?
«Sicuramente a tutti quelli segnati con la maglia della Cremo. Quella è una maglia tatuata sulla pelle. A Cremona è partito tutto, ho fatto tutta la trafila del settore giovanile fino all’approdo in prima squadra. E poi siamo riusciti a vincere il campionato di C2. Ecco l’anno della promozione in C1 è stato il momento più bello in assoluto per me. A cui va aggiunto il gol con il Chievo in serie A. Lo segnai a Frey che in quel momento giocava nel Parma, ma era un idolo per me perchè arrivava dall’Inter e da interista, era un sogno poterlo battere».
Adesso invece com’è il suo quotidiano?
«Ora sono responsabile tecnico dell’attività di base al Crema e maestro della tecnica con i bambini. Un lavoro impegnativo, ma che mi piace molto e mi dà anche tante soddisfazioni. In più, faccio il commentatore e l’ opinionista in televisione. Questo più per divertirmi, ma mi piace davvero anche questo nuovo ruolo, mi ci ritrovo. Per quanto riguarda invece la sfera personale, sono anche un marito e un padre. Di Giulia e Riccardo, che sta seguendo le mie orme e gioca nella Cremonese. Infine marito di Elisabet».
Una splendida famiglia la sua. Riccardo da quanto è alla Cremonese?
«Non da molto. Ci è arrivato alla mia stessa età, ovvero a 10 anni e con lui mi sembra di rivivere tutto il mio passato. Lo vedo proprio fare tutto quello che facevo io. Ha la stessa gestualità. Quando prende la sua borsa e va all’allenamento mi emoziono».
È talentuoso?
«Non dovrei dirlo io, perchè sono il papà e rischio di sembrare poco obiettivo, però secondo il mi modesto giudizio sì, lo è. Anche se è ancora piccolo e non voglio mettergli nessun tipo di pressione. Per me è importante solo che si diverta. Poi si vedrà. Mi sembra di vedere me quando alla sua età ero tutto orgoglioso di vestirmi di grigiorosso da capo a piede. Giocare nella Cremonese era un grande motivo d’orgoglio. È così anche per lui, anche se adesso sono un po’ cambiate le regole. Noi alla sua età giocavamo negli esordienti già in 11. Lui ora al primo anno, gioca a 9».
Ma in campo ha il suo stesso ruolo?
«No, calcisticamente siamo totalmente diversi. Lui gioca centrocampista centrale, io ero esterno. Io ero uno veloce che correva sulla fascia e metteva al centro tanti cross. Lui è molto più tecnico, meno veloce magari, ma crea, fa girare il gioco. Insomma tutta un’altra cosa rispetto al papà. E va bene così. Però è davvero divertente vederlo giocare, soprattutto da ex giocatore».
Ex?
«Giusto, non sono ancora un ex, almeno ancora per quest’anno» ride. «Chissà che qualcuno non mi offra davvero un posto in squadra. L’appello lo abbiamo fatto. Vediamo se qualche sognatore come me, mi aiuta a realizzare questa ultima splendida follia».
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