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CANOTTAGGIO: LA STORIA

A Oxford si rema in cremonese

La passione di Tognazzi, partita dalla scuola media Campi e passata da Baldesio, Flora e Bissolati. Ora con la squadra dell’università inglese batte ogni rivale sul Tamigi e sogna la nazionale britannica

Lucilla Granata

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redazione@laprovinciacr.it

18 Luglio 2023 - 05:05

A Oxford si rema in cremonese

Marco Tognazzi è capovoga con il capellino bianco

OXFORD - Madre inglese, padre italo greco, Marco Tognazzi è nato a Vicenza, ma è cremonese d’adozione, visto che con la mamma si è trasferito a Cremona 13enne, frequentando la media Campi. E proprio a scuola ha conosciuto il mondo del canottaggio innamorandosene perdutamente. «La Baldesio stava facendo degli stage nelle scuole» racconta Marco. «E un giorno vennero alla Campi con dei remoergometri. Io ho ottenuto subito un risultato sorprendente e così ho iniziato a provare con il vero canottaggio. All’epoca non ero molto atletico sono sincero, quindi ho dovuto puntare a migliorare molto da quel punto di vista. Pian piano ci sono riuscito e contemporaneamente sono iniziati ad arrivare anche i primi risultati. A una competizione importantissima riservata ai ragazzi tra gli 11-14 anni, riesco a conquistare due medaglie nelle barche lunghe e inizio a fare sul serio. Conquisto tre medaglie di bronzo agli italiani. Una con la Baldesio dove sono rimasto fino a 15 anni, una con Flora dove ho corso dai 15 ai 17 anni e l’ultima tra i 17 e 19 con la Bissolati. Nel 2020 arriva la chiamata della nazionale junior e ottengo un posto per l’Europeo ma è il 2020 e la pandemia blocca tutto».

Poi la svolta nello sport e nella vita. «Sì, l’ultimo anno in Bissolati avevo l’esame di maturità e il focus era quello di avere voti abbastanza alti per poter accedere all’università di Oxford e laurearmi in fisiologia sportiva, ma anche per poter praticare canottaggio ad alti livelli. Centro l’obiettivo con la maturità artistica e mi trasferisco a Oxford Brookes nel 2021. Per me l’inglese è la prima lingua per cui le difficoltà sono state solo quelle di adattamento al sistema scolastico inglese. Miglioro tanto nel canottaggio e vinco delle gare nazionali in Gran Bretagna. Qui l’allenamento è totalmente diverso. In Italia investono in barche più piccole per contenere i costi, in Gran Bretagna invece ci sono più imbarcazioni da 8. Per questo mi sono concentrato su barche lunghe e sulle vogate di punta, su barche da 4 e da 8 con buoni risultati. Ho vinto la gara internazionale di Ratzenburg in Germania nel 2022 e questo ha fatto sì che mi selezionassero per la Prince Albert Challenge Cup. Così partecipo e vinco la Henley Royal Regatta ad Henley on Thames, sul Tamigi. La vinco battendo l’università di Berkeley California. Sono il primo italiano dal 1986. E per me è motivo di grande orgoglio. L’ultimo fu un equipaggio dell’Eridanea di Casalmaggiore. Io però l’ho vinta anche l’anno successivo, cioè quest’anno battendo Harvard, Washington e Syracuse. Dopo questa fantastica esperienza, ho provato a fare le selezioni per la nazionale di canottaggio inglese. Sono arrivato alle final trials poi per un infortunio del mio compagno di barca, mi hanno dato un atleta privo di esperienza sul due senza e con lui non ce l’ho fatta. Ho ancora un anno in questa categoria però e ci riproverò».

Nel suo futuro dove si vede? «In Gran Bretagna. A Cremona, a cui sono comunque legato, vengo per vedere la famiglia a Natale e nelle vacanze estive, quando torno ad allenarmi in Bissolati. Vorrei diventare un fisiologo, un medico sportivo ed entrare nella nazionale Under 23 e poi magari nella senior britannica, sarebbe davvero un sogno».

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