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CALCIO: L'ADDIO A PELE'

Aristide Guarneri e le sfide col giovane O Rei

Il campione cremonese ha sfidato il brasiliano con Inter e nazionale: «Era strabiliante, non sapevi mai quale giocata ti avrebbe riservato»

Ivan Ghigi

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ighigi@laprovinciacr.it

01 Gennaio 2023 - 08:53

Aristide Guarneri e le sfide col giovane O Rei

Aristide Guarneri con la maglia dell’Inter stringe la mano a Pelè

CREMONA - Lui di due anni più vecchio, Pelè ancor «in erba» ma già con un mondiale in tasca e una fama che aveva già fatto il giro del mondo. Il cremonese Aristide Guarneri ha incontrato l’asso brasiliano più volte «ma sempre in amichevole e quando Pelè non era ancora all’apice della sua carriera, ma credetemi che quanto ho visto mi è bastato». «Ho ricordi chiari di due episodi: nel 1958 ero passato all’Inter e la prima volta che indossai i colori nerazzurri fu in occasione di una delle tante amichevoli che si organizzavano tra la fine di un campionato e l’inizio di quello successivo. Avevamo affrontato il Santos di Pelè che a quei tempi sosteneva tournée in Europa per incassare proprio grazie alla fame dal talento brasiliano. Oltre a me esordivano anche Lindskog e Rizzolini. Il secondo episodio risale al mio esordio in nazionale nel 1963 contro il Brasile che superammo in amichevole per 3-0 con un gol di Mazzola, anch’egli al debutto in azzurro. Pelè era ancora giovanissimo ma ha confermato tutto quanto sapevamo su di lui».

 

All’epoca le televisioni non erano ancora in grado di coprire il calcio a livello mondiale.
«Esatto, non avevamo cassette o video da guardare. Di Pelè sapevamo quello che si leggeva sui giornali. Era un giocatore strabiliante, perché non ripeteva mai la stessa giocata e quindi l’ho conosciuto ed apprezzato direttamente sul campo, affrontandolo. Quasi impossibile da marcare perché quando aveva la palla fra i piedi ne inventava sempre una, non riuscivi mai a prevedere cosa avrebbe fatto o in quale direzione si sarebbe mosso. Fisicamente era dotatissimo, sui palloni alti dovevi stare attento perché saltava molto in alto. La partita con l’Inter era nata per volontà di Herrera perché voleva misurarsi contro un avversario che giocava a due punte e con Pelè che si inseriva. Lui poteva giocare in qualsiasi ruolo. Di lui posso dire che era un giocatore molto leale, una persona squisita che non commetteva quasi mai falli e non era assolutamente un provocatore. La sua correttezza in campo era davvero speciale».

Guarneri aveva capito subito quale campione si era trovato di fronte.
«Indubbiamente. Come ho detto era ancora giovane, non aveva ancora 20 anni la prima volta che lo affrontai ma successivamente lo ritrovavo sempre più forte e imprendibile. Era strabiliante da vedere».

Intanto il Brasile si prepara a dare l’addio al suo Re, l’uomo che ha fatto conoscere il paese gigante del Sudamerica in tutto il mondo e per la cui morte sono stati decretati dal Presidente uscente Jair Bolsonaro tre giorni di lutto nazionale. Pelé rimarrà eterno, intanto la famiglia ha deciso di posticipare la veglia funebre a lunedì prossimo 2 gennaio, per evitare la concomitanza con l’insediamento del Presidente Lula, che avverrà con l’inizio del nuovo anno, quindi domenica. L’ultimo omaggio a O Rei si svolgerà dove lui avrebbe voluto, ovvero sul campo di Vila Belmiro, lo stadio del Santos in cui si è consacrato leggenda del calcio. Sul campo è già stata allestita una passerella dove scorreranno, mescolati ai tifosi, altri grandi campioni come Ronaldo Fenomeno, Ronaldinho, Cafu, Romario, Falcao, Jairzinho, mentre i familiari del tre volte campione del mondo, la terza moglie Marcia Aoki e i sette figli avuti da tre donne diverse, oltre ai nipoti, saranno tutti accolti in una tensostruttura. 

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