L'ANALISI
28 Ottobre 2022 - 05:00
CREMONA - Il suo nome è prevalentemente legato all’Udinese, della quale ha indossato la maglia per molti anni. Nella sua esperienza da allenatore ha seduto anche sulla panchina della Cremonese da gennaio a giugno 2016. Fabio Rossitto da un anno e mezzo è in attesa di una chiamata ma domenica non perderà una sfida che ritiene interessante e che lo coinvolge particolarmente. «Spesso le gare più complicate sono quelle da cui esce la svolta inattesa». Parte subito con una frase sibillina riferita alla Cremonese l’ex centrocampista.
L’Udinese sarà una tappa importante della stagione, specialmente per riflettere bene sul futuro.
«Funziona così ovunque quando non arrivano risultati. Io ho visto la Cremonese all’opera e sul campo ha espresso una sua identità. Conosco Alvini da tempo e lo reputo un grande professionista, sa fare giocare la squadra bene, però è chiaro che contano i risultato anche per mancanza di fortuna. In società ci sono persone come Giacchetta e Braida ed è stato giusto secondo me concedergli il tempo che serviva; da tutte le parti però quando i risultati non arrivano il capro espiatorio diventa l’allenatore. Capisco che la sua posizione sia in bilico ma è un allenatore che ha grande passione».
Le statistiche dimostrano che un avvio simile difficilmente significa salvezza.
«Le sorprese ci sono state come la Salernitana che era messa malissimo. Sono casi particolari, ma non ci nascondiamo dietro un dito. sarà difficile perché la Serie A è di altissimo livello e non è semplice uscire dal gruppo delle ultime tre. La squadra sapeva che questa situazione avrebbe potuto verificarsi ma c’è tutto il tempo di giocarsela».
L’Udinese invece ha ambizioni alte e a Cremona vuole ritrovare la vittoria.
«L’Udinese sta andando oltre gli obiettivi e ha una rosa forte da parecchi anni. Quest’anno sta facendo un campionato eccezionale e lo devono a Sottil perché è arrivato con determinazione e grinta sotto il punto di vista della mentalità ma ha trovato una rosa di grande qualità. L’Udinese è una squadra difficile da affrontare per qualità e fisicità. penso possa ambire a qualche Coppa europea».
Che gara si aspetta da due squadre che puntano a un risultato solo?
«Molto combattuta, soprattutto sotto l’aspetto dell’intensità. Sarà una gara maschia e cattiva perché tutte e due le squadre hanno un gioco aggressivo che punta sull’uno contro uno come vuole Alvini. L’Udinese dovrà stare attenta alla rabbia e alla voglia della Cremonese di emergere, perché sono queste le gare in cui arrivano le svolte inattese, in cui i giocatori danno qualcosa in più e giocano la gara della vita. Per me può succedere di tutto, anche se l’Udinese parte favorita».
Che ricordi ha Rossitto di Udine e di Cremona?
«Udine ha segnato l’inizio della mia vita calcistica dal settore giovanile alla prima squadra: per dieci anni ho vestito la maglia della mia città ed è stato un sogno. A Cremona ho vissuto un passaggio bellissimo anche se ero arrivato in un momento particolare. Con la squadra in difficoltà abbiamo vinto dieci gare su quindici e mi è piaciuto l’impatto con la gente. Mi è dispiaciuto che sia finita subito, perché speravo di mettermi alla prova in una grande piazza. Quel passaggio mi ha dato comunque soddisfazioni».
La Cremonese ha cambiato modulo in corsa per reggere meglio le gare.
«Un giocatore deve essere schierato nella posizione dove si esprime meglio ed è il trucco migliore; da lì ne esce il modulo più adatto a vestire la squadra ma le componenti necessarie sono l’atteggiamento e la mentalità, la voglia di arrivare lontano. L’aspetto tattico è una parte di una cosa più grande ma non è l’ingrediente fondamentale».
La mancanza di risultati a lungo può logorare la fiducia?
«Sicuro, vincere aiuta a vincere e perdere non mette regala convinzione e sicurezza. Bisogna aggrapparsi a qualcosa ma sicuramente c’è bisogno di risultati e lo si vede anche nelle grandi squadre, dove l’atteggiamento comincia ad essere passivo. In questo serve la vicinanza anche della società e a Cremona vedo molto equilibrio. Non salti di gioia quando non vinci e adesso è il momento cruciale per invertire la rotta».
Ottobre con i suoi scontri diretti ha lasciato poco.
«Sono quelle le gare dove fare punti e crederci. Ricordo che tante volte in stagioni dove le cose non andavano bene bastava vincere una gara che non ti aspettavi e da lì svoltavi e vedevi un’altra squadra».
Oggi Rossitto attende una chiamata?
«Ho vissuto le ultime esperienze di qua e di là. Sono stato a Pordenone più volte e sono riuscito a fare belle cose; a Palermo ho fatto il secondo a Bortoluzzi, un’esperienza bellissima, adesso aspetto da un anno e mezzo».
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