L'ANALISI
11 Settembre 2022 - 08:02
CREMONA - Quarta trasferta della stagione e in casa della capolista. Lo si sapeva da tempo che il calendario grigiorosso non partiva proprio in maniera morbida e lo stesso direttore sportivo Simone Giacchetta in settimana ha detto che a vedere certe sfide vien quasi voglia di non partire nemmeno. La sua non è la battuta di chi si arrende, piuttosto lo stimolo di una persona realista che guarda in faccia la realtà e si convince che queste tappe sono fondamentali per capire i margini di crescita della squadra. I grigiorossi insomma devono rimboccarsi le maniche e fare del loro meglio, anche quando l’ostacolo sembra già proibitivo sulla carta. In questo c’è sempre voglia di poter stupire, di lanciare segnali incoraggianti.
A parte la gara contro il Sassuolo, quella in arrivo oggi è la prima vera giornata in cui la Cremonese si presenta ai nastri di partenza con il gruppo definitivo. Tra i convocati si accomodano infatti anche Meité ed Hendry, che tra l’altro potrebbero esordire in maglia grigiorossa. Deciderà Alvini «se» e «quando», ma intanto la squadra grigiorossa misura la propria condizione contro un’altra delle famose sorelle che si contendono i piani alti della classifica. La Cremonese è chiamata ad un’altra prestazione di alto livello che aiuterà a consolidare il proprio modo di giocare facendo tesoro delle esperienze precedenti.
L’Atalanta nel frattempo, che vanta alle spalle un percorso molto più duraturo sotto la guida di Gian Piero Gasperini, ha conquistato la vetta della classifica. La Dea quest’anno è partita con un nuovo ciclo: ha ringiovanito in parte la rosa trattenendo elementi che finora si sono fatti le ossa altrove come gli ex Zortea e Okoli ed inserendo ragazzi di prospettiva come Scalvini, Ruggeri, Soppy e Hojlund. Finora i risultati sono stati più che soddisfacenti e l’assenza di impegni in Coppa concede più tempo a Gasperini di fronteggiare anche assenze di un certo rilievo, soprattutto in attacco.
La Cremonese si presenta al Gewiss Stadium sospinta dal primo punto in classifica ma consapevole di non aver ancora trovato la quadratura. Se le gare che hanno offerto maggiore propensione offensiva hanno scoperto fin troppo la difesa, la migliore organizzazione e distribuzione degli spazi contro il Sassuolo non ha portato a conclusioni in porta. E di solito un tecnico batte molto sul tasto delle occasioni create a testimonianza che la squadra è viva. Però sono anche queste contraddizioni che aiutano a crescere per assestarsi e individuare quella via di mezzo per rendere meno proibitive certe sfide.
In questo momento si comincia sempre conoscendo la forza dell’avversario senza aver ben chiara quale sia la vera forza dei grigiorossi. Se l’anno scorso la squadra di Pecchia ha atteso la crescita dei giovani per rendersi conto che poteva fare grandi cose, quest’anno Alvini sta aspettando la migliore intesa di un gruppo che si sta conoscendo e sta affinando l’intesa. Gli allenamenti contano, ma è la gara vera domenicale l’unica in grado di fornire veramente riscontri da tenere in alta considerazione.
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