CALCIO
27 Giugno 2021 - 08:39
L'abbraccio tra Gianluca Vialli e il Ct Roberto Mancini
LONDRA - L’abbraccio più vigoroso è stato con Gianluca Vialli. Per oltre un’ora e mezzo, Roberto Mancini ha rivissuto i fantasmi di Wembley, quel pianto sul campo dello stadio londinese insieme con il gemello del gol nella finale di Coppa Campioni della Samp '92. Poi i gol di Chiesa e Pessina sono arrivati come una liberazione: «Se ci siamo ripresi qualcosa in questo stadio? No, è ancora lunga. Ne mancano tre per riprenderci quella notte...», dice a caldo il ct azzurro, confermando che la sua è stata serata di sofferenza, come per tutta l’Italia in campo. «Abbiamo portato questa partita a casa perché lo abbiamo meritato, anche se alla fine abbiamo subito un gol. Nel secondo tempo siamo calati fisicamente, il campo era pesante, ma abbiamo voluto vincere e l’abbiamo meritato - le sue prime parole - L’abbiamo vinta grazie ai giocatori in panchina, entrati con la mentalità giusta: sono stati bravissimi. Ma sapevamo che era una partita difficile, più dei quarti di finale. Ma un match così duro può farci bene».
«Sapevamo che questa partita sarebbe stata anche peggio delle prossime: l’Austria ti fa giocare malissimo - spiega - Siamo andati in sofferenza quando non abbiamo sbloccato la partita, ma con i cambi i ragazzi l’hanno vinta». «Avere dei giocatori che entrano e cambiano la partita è un vantaggio», chiosa Mancini. "Chi eviterei tra Ronaldo e Lukaku? Se potessi, tutti e due...», scherza infine.
«E' stato fantastico», si limita a dire Pessina, al secondo gol in questo Europeo. Spinazzola invece è alla seconda premiazione come miglior giocatore della partita. «Sono felice, ma lo sono ancor di più per la qualificazione - dice il terzino azzurro - Loro erano durissimi, molto fisici e intensi. Alla fine dei tempi regolamentari ci siamo detti che dovevamo essere più precisi nell’ultimo passaggio. Poi nel finale loro hanno messo in campo tutti giocatori altissimi, ed è stata ancora più dura». Chiesa parla del suo gol, 25 anni dopo quello del padre, a Euro '96, a Liverpool: «Sono stato freddo, in quei casi vorresti sfondare la porta: invece ho controllato. Come dice Mancini, questa Italia ha 26 titolari».
Da capitano non giocatore, Giorgio Chiellini ha spronato la squadra tra i tempi supplementari, dopo aver spiegato a inizio partita la linea degli azzurri contro il razzismo. Ma i social lo hanno subissato di critiche e ironie per il lapsus 'nazismo, invece di razzismo. (ANSA)
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