L'ANALISI
LA SVOLTA
25 Novembre 2020 - 11:54
ROMA (25 novembre 2020) - Il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma dello sport voluta dal ministro Vincenzo Spadafora. Tra i cinque decreti ratificati, diventa quindi ufficiale l’abolizione del vincolo sportivo che lega i giovani atleti alle proprie società con rapporti di durata pluriennale: un’autentica rivoluzione, destinata a sconvolgere le modalità di tesseramento nel settore dilettantistico. Entro il luglio 2022 si arriverà al riconoscimento della libertà contrattuale per i tesserati attualmente vincolati (come già avviene nei professionisti), ma saranno previsti anche premi di formazione per le società e le associazioni sportive. La svolta è epocale e sta suscitando grande apprensione anche soprattutto tra i club di calcio dilettanti, per i quali il vincolo sui ragazzi formati nel proprio vivaio rappresenta un patrimonio di inestimabile valore. Tuttavia, anche a Cremona, negli ultimi anni sul nostro territorio era apparso quel fronte ‘’abolizionista’’ che ha trovato nel dirigente Paolo Grossi (ex ds della Sported Maris) l’esponente più convinto e che ora celebra una conquista
Cosa cambierà nel concreto? Finora, quando un giovane atleta si legava ad una società dilettantistica dopo i 16 anni (prima era consentito solo un tesseramento di anno in anno), scattava un vincolo con il club destinato a protrarsi fino al 25° anno d’età. Con la riforma dello sport, e quindi l’abolizione del vincolo, i giovani atleti potranno invece liberarsi al termine di ogni stagione sportiva.
La riforma dello sport contiene anche altri punti importanti: l’affermazione delle pari opportunità per lo sport femminile, professionistico e dilettantistico; il riconoscimento di pari diritti delle persone con disabilità nell’accesso alla pratica sportiva di tutti i livelli; la tutela dei minori e dei cittadini con disabilità nell’ambito della pratica sportiva; la tutela e il sostegno del volontariato sportivo; l’istituzione di un “Fondo per il professionismo negli sport femminili”; l’istituzione della figura professionale del chinesiologo di base, di quello sportivo e del manager dello sport.
Non è stato approvato, invece, il ‘’decreto uno’’, che avrebbe modificato la governance del Coni e delle federazioni sport: Spadafora proponeva un tetto massimo di tre mandati per i presidenti delle federazioni sportive, con il divieto di andare oltre due quadrienni di fila, più altre regolamentazioni sulla divisione delle cariche sportive. Su questi punti non è stato trovato un accordo. ‘’Peccato non aver trovato un accordo sul decreto uno, che metteva ordine nei ruoli e nelle funzioni degli organismi sportivi’’ il commento del Ministro su Facebook.
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