L'ANALISI
CORONAVIRUS. IL PARADOSSO
19 Ottobre 2020 - 18:36
CASALMAGGIORE (19 ottobre 2020) - Autorizzata a giocare, ma solo in trasferta e senza poter svolgere gli allenamenti. A causa delle divergenze tra l’ultimo Dpcm e l’ordinanza regionale in vigore, la Casalese si ritrova all’improvviso prigioniera di una zona grigia che sconfina nel paradossale. Una degna rappresentazione del caos che regna nel già sofferente calcio locale ai tempi del Covid. La società di Casalmaggiore, territorialmente in Lombardia (dove lo sport dilettantistico è vietato in toto dallo scorso sabato), dal punto di vista calcistico afferisce ai campionati di calcio regionali della vicina Emilia Romagna che invece continueranno regolarmente come stabilito dal decreto governativo. Le conseguenze delineano così un caso limite: fino al prossimo 6 novembre il club del presidente Paolo Azzi vivrà in balia di un vuoto normativo, con un piede in due scarpe. Da una parte, i casalaschi saranno giuridicamente sottoposti al semaforo rosso imposto dalla Regione Lombardia a tutto il calcio non professionistico; nel frattempo, però, resteranno sportivamente vincolati all’obbligo di continuare il campionato di Prima categoria emiliana e i tornei giovanili Under 19 e Under 17. Più concretamente, le formazioni della Casalese non potranno allenarsi o disputare le partite in casa presso lo stadio ‘’Ferrari’’ della Baslenga, ma solo scendere in campo oltre il confine regionale per disputare le sfide in programma negli stadi delle avversarie parmensi o reggiane. Uno scenario che si è già verificato nell’ultimo weekend, con l’Under 19 in campo a Felino (provincia di Parma) insieme alle altre formazioni del vivaio, tutte impegnate in terra emiliana, e solo la prima squadra bloccata da alcuni casi di positività tra le file degli avversari del Palanzano.
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