L'ANALISI
11 Maggio 2020 - 18:39
Nella foto da sinistra Andrea Rinaldi con gli amici cremonesi Tommaso Cavalli, Giacomo Arcari e Nicola Stendardi
CASTELVERDE (11 maggio 2020) - Sette anni di allenamenti, di partite e di viaggi, pieni di momenti intensi, vissuti sempre insieme, dentro e fuori da quella scuola di vita che è il centro sportivo di Zingonia. Tommaso Cavalli, difensore del Fiorenzuola residente a Castelverde, ha accompagnato Andrea Rinaldi durante l’intera trafila nel settore giovanile dell’Atalanta e ora lo ricorda con il cuore a pezzi, dopo l'aneurisma che si è portato via il 19enne calciatore comasco del Legnano. Sconvolto dal dolore, dal vuoto profondo che si genera quando ad andarsene non è solo un ex compagno di squadra, ma un amico fraterno. E con lui, Giacomo Arcari e gli altri, numerosi amici di Castelverde, ai quali Andrea si aggregava spesso e volentieri per feste di compleanno o vacanze al mare.
«Sono sotto shock» racconta Cavalli. «Appena appresa la notizia del malore di Andrea il primo pensiero è stato quello di raggiungere subito l’ospedale di Varese. Purtroppo non ne ho avuto nemmeno il tempo. Vista la situazione, l’unica cosa che ho potuto fare è stata scrivere alla sua famiglia. E questo rende la sofferenza ancor più insopportabile. Non ero pronto a lasciare così presto un amico vero, con il quale ho condiviso la mia vita sportiva e non solo dai 12 ai 18 anni». Cavalli e Rinaldi erano arrivati praticamente insieme nell’Atalanta, al secondo anno di Esordienti. Tommaso, difensore centrale, pendolare da Castelverde; Andrea da Cermenate (Como). Ogni giorno avanti e indietro da Zingonia. Stessa passione, stessi sogni, entrambi ragazzi di paese, genuini e pieni di talento. Fianco a fianco, sono arrivati fino alla Berretti prima di dividersi: Tommaso al Venezia e poi al Fiorenzuola, Andrea all’Imolese, al Mezzolara e ora a Legnano. «Ma eravamo sempre in contatto. Da amici come Andrea non ci si allontana mai veramente» continua Tommaso. «In campo era proprio come nella vita: una mezzala generosa, umile, sempre a disposizione dei compagni. D’ora in poi, Andrea sarà sempre con me, in qualsiasi stadio e in qualsiasi spogliatoio, giocherò e lotterò per ricordarlo in tutte le partite».
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