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EMERGENZA SANITARIA

Famiglia distrutta: "L'incubo Covid se l'è portata via"

In una sola settimana Marco Nicoletti (ex Cremo) ha perso padre e madre. «È stato un incubo, ho temuto anche per me e i miei fratelli»

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

05 Maggio 2020 - 07:58

Famiglia distrutta: "L'incubo Covid se l'è portata via"

Marco Nicoletti in basso ultimo a destra

VICENZA (5 maggio 2020) - «Quello che mi è successo è incredibile. La mia vita è stata stravolta in meno di un mese. Questo è il periodo più brutto della mia esistenza, sono stato travolto da una grande sofferenza fisica e psichica. Ora spero solo di uscirne presto». Raggiungiamo al telefono Marco Nicoletti indimenticato attaccante della Cremonese anni ‘80 mentre è ancora ricoverato all’ospedale di Vicenza. Ora sta meglio e tra qualche giorno verrà dimesso, ma il Covid 19 ha colpito duramente tutta la sua famiglia. Prima papà e mamma, rispettivamente di 90 e 88 anni e poi lui, suo fratello, sua sorella e i cognati.

Marco ci racconta come è andata?
«Avevo raggiunto i miei fratelli a Vicenza i primi giorni di aprile perchè mio papà stava male e volevo dare una mano. Prima di Pasqua lo hanno dimesso dicendo che era negativo al virus, ma è peggiorato in pochissimi giorni. Noi lo abbiamo assistito al meglio delle nostre possibilità, ma non c’è stato nulla da fare. Lui non portava la mascherina perchè stava molto male e faceva fatica a respirare, noi cercavamo di dargli sollievo in qualche modo, ma stava davvero troppo male e così abbiamo richiamato l’ambulanza. L’hanno riportato in ospedale ma non c’è stato nulla da fare. Il giorno di Pasquetta se ne è andato. Subito dopo è stata male mia madre. Era debilitata dal Covid, ma soprattutto straziata dal dolore per la perdita di papà e si è lasciata andare. Ha rinunciato a combattere e dopo una settimana lo ha raggiunto. Erano anziani per carità, me ne rendo conto, ma per noi figli è stato un grandissimo dolore lo stesso. Un dolore che non abbiamo fatto neppure in tempo a metabolizzare perchè subito dopo la loro perdita ci siamo ammalati anche tutti noi. Io, mio fratello e mia sorella, uno dopo l’altro. I miei cognati subito dopo, anche se loro, forse perchè erano stati meno a contatto con i miei, hanno preso il virus fortunatamente in forma più leggera e senza troppe conseguenze».

INTERVISTA INTEGRALE SU LA PROVINCIA DI MARTEDI' 5 MAGGIO 2020

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