CALCIO
11 Novembre 2019 - 17:31
Un'esultanza dei giocatori del Caorso
CAORSO (11 novembre 2019) - A distanza di pochi giorni dall’increscioso episodio di Cortemaggiore, dove una mamma ha insultato la ragazza arbitro, nella Bassa Piacentina i campi da calcio tornano a far parlare ma non per i risultati sportivi: stavolta è toccato a quello caorsano, dove domenica pomeriggio l’arbitro è stato costretto a sospendere la partita di Seconda categoria fra le squadre di Caorso e Villanova (sull’1-0 per i padroni di casa) a causa di un parapiglia partito dagli spalti e proseguito sul terreno di gioco con i calciatori.
Stando alla nota dell’Us Caorso tutto sarebbe partito da parole a sfondo razzista rivolte ad un giovane giocatore senegalese che avrebbe «reagito verbalmente agli insulti per il colore della sua pelle e alle minacce, da qui è nata una rissa» e poi un tentativo di invasione di campo «da parte di alcuni spettatori fra cui la moglie di un calciatore della squadra ospite, prontamente sedato dai dirigenti caorsani senza nessuna ulteriore aggressione agli atleti né al direttore di gara. La società Caorso, che ha nelle sue fila diversi giocatori di colore, è dispiaciuta per quanto accaduto pur non avendo responsabilità e ribadisce il proprio disaccordo verso questi comportamenti antisportivi di razzismo nel calcio, troppo spesso tollerati».
Totalmente opposta la versione della società Pro Villanova: «Non c’è stato alcun insulto razzista da parte di nostri giocatori o tesserati, c’è stato invece uno scontro di gioco e l’avversario del Caorso, una volta rialzatosi, ha colpito al volto il nostro giocatore che ha una prognosi di cinque giorni».
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