L'ANALISI
19 Gennaio 2018 - 18:28
CREMONA - In poco più di 4 mesi lo stadio Zini ha cambiato volto ed oggi, dall’alto dei suoi 90 anni, guarda al futuro con rinnovato slancio, espressione di modernità ed alta tecnologia, efficienza e, si può davvero dire, comodità spettacolare. Lo stadio è diventato una sintesi di alta tecnologia, progettualità e capacità ingegneristica. L’idea di Giovanni Arvedi, che il giorno dopo la promozione in serie B aveva promesso la copertura della curva sud, si è trasformata ed è cresciuta al punto che oggi non solo è diventata realtà, ma ha scavalcato persino ogni aspettativa, al punto che i tifosi e gli appassionati possono godersi uno stadio splendido, per il presente e per il futuro. Un impegno sia sotto il profilo progettuale che realizzativo, oltre che economico, per un impianto che realizza il connubio tra Cremonese e città, tra squadra e tifosi. Il geometra Riccardo Musi è responsabile del cantiere a cura dell’Immobiliare Raffaella di Monticelli, che ha seguito fondazioni, opere civili e ha coordinato gran parte dell’opera (mentre le carpenterie metalliche sono state eseguite dalla C.M.P. di Martinsicuro (Teramo); la progettualità delle strutture metalliche dall’ingegner Federico Palestini; il progetto delle fondazioni dell’ingegner Andrea Eccher.
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