L'ANALISI
28 Dicembre 2016 - 15:26
Idrizi durante un combattimento a Firenze
CASALMAGGIORE - Domenica 11 dicembre, a Firenze, ha conquistato il diritto di disputare con la squadra italiana la ‘BKS MMA World Cup’ di Pechino dal 20 al 22 gennaio prossimo. L’impresa è riuscita al neo-ventiquattrenne Daniele Idrizi, talentuoso atleta delle arti marziali miste (dette appunto MMA), da due anni residente a Parma dopo aver vissuto nei ventidue precedenti a Casalmaggiore, dove è ben conosciuto e dove ancora abitano i suoi genitori, nella frazione di Vicomoscano.
Il ‘pass’ per il mondiale cinese Daniele lo ha ottenuto nella categoria 70 chilogrammi, indossando i colori del team Seconds Out di Parma, nel palazzetto dell’Atletica Indoor del capoluogo toscano, che la sera prima aveva ospitato l’evento ‘Oktagon Bellator’. Lì si è disputato il torneo BKS MMA di selezione della squadra tricolore che la federazione Fight 1, presieduta da Carlo De Blasi, porterà a Pechino. Il torneo fiorentino è stato molto spettacolare e con contenuti tecnici assai buoni che hanno evidenziato, oltre al suo, altri interessanti volti nuovi che presto si faranno conoscere nel mondo delle discipline ibride.
Idrizi ha disputato tre incontri (tre round da tre minuti) tutti risolti in suo favore prima del limite, anzi, prima della fine del primo round. Il primo match è finito per ‘ghigliottina’ dopo 2’58”, il secondo in 1’07” (G&P), la finale in 2’20” per armlock. E così il 16 gennaio Daniele salirà su un aereo per partecipare a una Coppa del Mondo con un montepremi di un milione di euro e atleti provenienti da venti Paesi.
Poche settimane lo separano da un’esperienza attesa con trepidazione: «Cercherò — dice lui — di dare il meglio. Alle arti marziali miste mi sono avvicinato quattro anni fa, grazie alla palestra Seconds Out di Parma, città dove mi sono trasferito da un paio di anni anche per conciliare meglio l’impegno, diventato via via più pesante. Adesso, infatti, svolgo due allenamenti al giorno, piuttosto duri anche perché questa disciplina prevede contatto pieno».
Si tratta infatti di uno sport da combattimento il cui regolamento consente l’utilizzo sia di tecniche di percussione (calci, pugni, gomitate e ginocchiate) che di lotta (proiezioni, leve e strangolamenti) con tecniche mutuate da muay thai, pugilato, lotta libera, brazilian jiu jitsu e grappling. Si combatte indossando guantini (tipo boxe, ma meno imbottiti) all’interno di una ‘gabbia’ ad ottagono. Insomma, roba da duri. «Ma che insegna una disciplina — sottolinea Daniele — che mi ha cambiato la vita. Ero un ragazzo un po’ scapestrato, ho abbandonato l’Itis al ‘Romani’ di Casalmaggiore dopo due anni e dopo aver fatto dannare».
Adesso però il giovane atleta, che si mantiene facendo il venditore di articoli sportivi, ha modo di sfogare la sua esuberanza sull’ottagono, dove si trasformano in doti preziose, ben indirizzate dal coach Ivan Giaroni: e chissà che a Pechino non gli regalino una grande soddisfazione.
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