L'ANALISI
17 Agosto 2016 - 09:00
Martina Vergani
RIVOLTA D’ADDA — Alla vigilia della partenza per la Scandinavia già il fatto di approdare alla semifinale veniva considerato dal suo entourage un successo. Ma lei, Martina Vergani, atleta rivoltana ormai prossima a spegnere sedici candeline, ha saputo fare meglio: ai mondiali di twirling di Helsingborg, in Svezia, che si sono svolti dall’11 al 14 agosto, si è guadagnata il diritto a gareggiare nella finale di domenica con le migliori atlete del mondo (americane, giapponesi e francesi, francamente inarrivabili). Diritto che le è valso un decimo posto assoluto nella manifestazione. Non male per essere la prima volta ad una rassegna iridata. Inaspettatamente quinta dopo gli obbligatori (movimenti uguali per tutte le atlete) di giovedì, nella semifinale di sabato, Martina si è esibita sulle note di ‘Over the raimbow’. Un esercizio difficile il suo, che la giuria ha riconosciuto come tale e premiato. L’esito della prova di semifinale, sommato parzialmente a quello degli obbligatori, le ha consentito l’accesso all’atto conclusivo del mondiale di domenica 14 agosto, dove la giovane rivoltana alla fine si è classificata decima con il punteggio di 62,1208. Brava, così come la compagna di nazionale Sara Faverato, giunta ottava con 66,1028 punti. Le due atlete azzurre sono state le uniche ad ‘intromettersi’ in una classifica monopolizzata dalle ragazze giapponesi (tutte del Paese del Sol Levante le prime tre), francesi e statunitensi. «Speravamo che Martina potesse centrare l’obiettivo delle semifinali — afferma Giovanna Radavelli, allenatrice della Vergani — ma lei ha saputo andare oltre. Il decimo posto finale è il risultato di tanto lavoro». Oltre che dalla Radavelli, Martina è allenata da Massimo Scotti. Per la tecnica twirling e per la preparazione ginnico-acrobatica con loro due collaborano Alberto Foglio, Cristina Belloli e Naira Imeri. Esultano anche i vertici della TreviCass, la società sportiva presieduta da Angelo Colombo presso cui Martina è tesserata: «La TreviCass — conclude Giovanna Radavelli — ringrazia la famiglia di Martina per l’impegno e gli sforzi profusi al raggiungimento della sua preparazione».
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