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Caviglie color nostalgia

Giovanni Ratti

Email:

bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

26 Ottobre 2015 - 12:20

Caviglie color nostalgia

Dice Francesco Guccini (l’arbitro di ieri, non il cantautore) che non era rigore, e comunque non facciamoci distrarre: la partita è stata persa perchè un centrocampo aveva abbastanza piedibuoni e l’altro no. Caviglie color nostalgia, titolerò se da qui alla fine dell’articolo non mi viene niente dimeglio (escusa seti sfugge la citazione gucciniana): perchè non so te ma a me di partita in partita mancano sempre di più quelli che Fuffo Bernardini battezzò piedi buonie altro non sarebbero che gli strumenti con cui chi li ha indirizza il pallone dove intende, e chi non li ha lo manda dove capita.
Ieri la Cremo lo ha mandato quasi sempre dove capitava, la Reggiana lo ha mandato qualche volta in più dove voleva: non tantissime volte, ma non è infondato che quella differenza nel gioco abbia fatto la differenza nel risultato.
Il gol è venuto a sangue tiepi- do, pochi secondi prima del quarto d’ora: Maltese ha saltato uno dei nostri (Formiconi, mi suggeriscono) e ha crossato bene un pallone che ci fosse stato Briganti probabilmente sarebbe stato rispedito al mittente ma non essendoci Briganti è finito in porta dopo una mezza carambola che ha l’aria di aver sporcato la lettura di Ravaglia.
Mancavano cinque sesti di partita più recupero, ma i nostri nonostante il rituale accumulo di punte non sono mai andati dalle parti del pareggio. La Reggiana anche quando il suo motore è andato giù di giri ha sempre avuto l’aria di chi controlla senza dannarsi, e nel finale Arma ha bucato la palla che avrebbe tagliato la coda alla partita. Ora lo (ri)dico non per partito preso ma per partita persa: la Cremo anche senza Briganti ha una difesa presentabile, e avendo Brighenti può senz’a ltro essere accreditata di un potenziale offensivo all’altezza .
Ma rispetto alle avversarie di prima fascia, e a volte anche di seconda, manca di qualità a centrocampo. E’ più che altro per questo che la sua manovra è faticosa, quasi reumatica. Quando prova adalzare la velocità di esecuzione troppo spesso lo sforzo viene sgonfiato da errori tecnici. E questo è un difetto che solo in parte si può sperare venga corretto con il tempo. ‘Siamo una squadra nuova, dobbiamo lavorare per diventare un vero collettivo’ è il mantra grigiorosso, ma alibi di questo tipo hanno una data di scadenza. E dopo due mesi di campionato questa data è ormai vicina.
Dice Francesco Guccini (il cantautore, non l’arbitro di ieri) che è difficile capire, se non hai capito già. Rosso è un discreto mediano dal quale ci si possono attendere incontrismo e prima impostazione più spiccia possibile, non che si avventuri fuori dall’ordinaria amministrazione.
Intorno a lui il solo Crialese ha già dimostrato di avere qualcosa da dare, anche ieri un paio di suoi cross hanno creato (modesti) imbarazzi alla difesa avversaria. Deve incrementare la produzione, e anche assortirla magari con qualche tiro. Le altre maglie sono ancora da aggiudicare al migliore offerente, e finora le offerte sono troppo basse rispetto all’auspicabile ‘prezzo di riserva’. Pea dovrà dimostrarsi uno ‘spremitore di talento’ prodigioso o quasi, per riuscire a elevare in modo significativo la qualità della sua sala macchine.
C’è ancora tempo, certo, ma se pensi che in questo caso il tempo sia una medicina risolutiva, complimenti per l’o tt im ismo. La catena alimentare del girone si sta delineando e i nostri eroi non hanno l‘aria di essere fra i pesci più grossi, nonostante qualche potenzialità ci sia eccome. Non manca molto a quando si farà l’appello delle possibili protagoniste del campionato. Noi ci saremo?

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