L'ANALISI
02 Marzo 2017 - 19:11
Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale, con un ingresso a strapiombo. È qui che, fra il 1943 e il 1947, sono stati gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani, per volere del maresciallo Tito e dei suoi partigiani, in nome di una pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia.
A partire dal 2005 il 10 febbraio è stato scelto dal parlamento italiano come ‘Giorno del Ricordo’, per celebrare tutte le vittime di questo orrore, insieme con gli esuli provenienti dall’Istria e dalla Dalmazia costretti ad abbandonare le loro case dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, a seguito della sconfitta dell’Italia nella seconda Guerra Mondiale.
"Dopo la firma di pace nell’anno 1947 gli italiani nati nella zona occupata dalla Jugoslavia, sono italiani due volte: una per nascita, la seconda per scelta di rinunciare ai propri averi per essere italiani" la definizione del giornalista Indro Montanelli, che rappresenta appieno il coraggio e la grande forza di tutte queste persone.
Anche Cremona ha omaggiato questa ricorrenza, presso il civico cimitero, alla presenza di autorità civili e militari: il sindaco ha deposto una corona d’alloro sul monumento dei caduti giuliano-dalmati di tutte le guerre.
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