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VIADANA

Classe di bimbi stranieri, dopo lo scioglimento le famiglie protestano

I genitori chiedono di tornare alla situazione di prima ma con progetti di integrazione

Cinzia Franciò

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cfrancio@laprovinciacr.it

23 Settembre 2014 - 12:12

Classe di bimbi stranieri, dopo lo scioglimento le famiglie protestano

L'assemblea di sabato 20 settembre

VIADANA (Cogozzo/Cicognara) — La tensione intorno alla scuola materna ‘Don Mazzi’ rimane alta e continua la mobilitazione dei genitori contro la decisione del dirigente, imposta dai vertici provinciali e regionali della scuola, di sciogliere la sezione C, composta solo da bambini stranieri, e il conseguente ‘rimescolamento’ degli alunni delle altre classi.

Lunedì 22 le famiglie si sono confrontate per decidere i prossimi passi: aspettare per vedere se le richieste dei genitori trovano risposte adeguate da parte del preside o organizzare una manifestazione di protesta di fronte alla scuola. «La decisione potrebbe essere presa persino al momento di far entrare i bambini in classe (cioè martedì mattina tra le 8 e le 9)», annuncia Paola Savazzi in rappresentanza dei genitori.

La mobilitazione ha comunque già avuto un effetto: il Provveditorato di Mantova ha chiesto informazioni alla dirigenza del Parazzi per conoscere ciò che è stato detto e proposto nell’infuocata assemblea di sabato scorso e questo interessamento potrebbe aprire nuovi spiragli. Di sicuro il preside Aldo Delpari ha pochi margini di manovra: i genitori chiedono di tornare alla classe di soli stranieri mettendo però in campo dei progetti di integrazione, ma sembra una strada poco percorribile. Le famiglie, comunque, sono pronte a trattare: il loro primo obiettivo sarebbe quello di ottenere dal Provveditorato la nomina di un’insegnante in più per la sezione C, che ora ne ha una sola, e la certezza che in futuro non vi siano più spostamenti di alunni imposti dall’alto.

Tacciono invece le maestre, anche se qualcosa trapela: «La situazione è difficile anche per noi, tutti i giorni abbiamo a che fare con genitori arrabbiati. Per il bene dei bambini il clima nella scuola deve tornare il prima possibile sereno».

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