CASALMAGGIORE — La ‘zona 30’ istituita in via Baldesio per far rallentare la velocità ai veicoli in transito piace a tanti — oltre 400 le firme raccolte per chiedere che la sperimentazione prorogata dalla precedente amministrazione Silla sino al 30 giugno diventi permanente —, ma non a tutti.
È il caso della signora Rosa Manfredi, residente proprio in via Baldesio. «Mio figlio, Fausto Simonazzi, ha 48 anni ed è disabile dalla nascita — dice la signora —. A Casalmaggiore lo conoscono tutti, perché con la sua bicicletta modificata va un po’ dappertutto. Purtroppo le novità introdotte in via Baldesio per lui non vanno bene».
La signora Rosa sostiene che «il nuovo assetto, con le varie barriere e il posteggio a 45 gradi a filo del portico, per Fausto è pericoloso. Sono incavolata per questa cosa, perché non sono stata avvertita di nulla. Se mi avessero contattata prima, si sarebbe potuto parlare della questione e magari trovare una soluzione».
La signora Rosa sottolinea che per Fausto «potersi muovere liberamente è fondamentale. Purtroppo lui ha subito tante ingiustizie nella sua vita». Giriamo la lamentela a Giancarlo Simoni del Gasalasco, l’associazione che ha promosso l’iniziativa. «Va premesso che questa è una sperimentazione e come tutte le sperimentazioni è stata fatta proprio per far emergere le criticità — afferma Simoni —. Nella via sono tutti contenti, tranne tre persone. Comunque martedì abbiamo fatto una riunione con i residenti proprio per fare il punto della situazione e trovare le possibili soluzioni. L’informazione preventiva lungo la via c’è stata con due volantini».
Alcuni, osserviamo, hanno lamentato i possibili rischi di cadute indotti dalla moquette: «Verrà sostituita con strisce a terra per segnalare i punti in cui le auto non possono essere parcheggiate». Altri hanno osservato che le piante sono troppo alte: «Verranno sostituite con essenze più basse che comunque mantengano la funzione di far rallentare i mezzi».