L'ANALISI
25 Marzo 2014 - 11:35
Il tribunale di Cremona
MOTTA BALUFFI (Solarolo Monasterolo) — Il furto e la condanna, al danno si somma la beffa. La storia ha davvero dell’incredibile e riguarda una famiglia che il 10 maggio del 2011 aveva subito un furto in casa: un’autentica razzia di gioielli per un valore di circa 15mila euro. I ladri, inoltre, avevano trovato una pistola (regolarmente registrata) nel cassetto del comodino della camera da letto e l’avevano poi gettata sotto il letto di un’altra camera. Dal primo sopralluogo dei carabinieri emergeva la sparizione anche della pistola che però era stata trovata in serata dai legittimi proprietari.«La pistola era nella sua custodia, in un sacchetto di carta, nascosta sotto a dei documenti nel cassetto del comodino. I ladri — raccontano i proprietari — l’avevano tolta dalla custodia prima di disfarsene».
L’amarezza del furto si era poi negli anni stemperata fino a lunedì 24 marzo quando è arrivata una sorpresa, pensandoci bene ancora più amara. «Abbiamo ricevuto per posta un decreto penale di condanna a 150 euro di ammenda oltre le spese processuali. E sapete perché? Per mancata custodia dell’arma nonostante nella denuncia di furto c’è scritto che si trovava in una scatola dentro il comodino. Ovvero — proseguono arrabbiati gli interessati — come prevede la legge. In pratica dobbiamo difenderci da un’accusa di cui non eravamo a conoscenza e che risulta grottesca».
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