L'ANALISI
27 Febbraio 2014 - 16:09
Il tribunale di Cremona
CASALMAGGIORE — Chi scrisse, sette anni fa, due lettere anonime dal contenuto minaccioso, con riferimenti a palermo e al fare mafioso, indirizzati all’imprenditore Elvezio Storti, titolare dell’omonima ditta di autotrasporti, resta un mistero. La mano non è quella di Danilo Roffia, 65 anni, di Rivarolo del Re. Lo ha deciso il giudice Francesco Sora, che ha assolto Roffia dall’accusa di minaccia grave «per non aver commesso il fatto».
L’assoluzione è arrivata dopo che al processo era stato sentito l’ultimo esperto in grafia, il consulente tecnico della difesa che aveva sconfessato le tesi dei colleghi nominati dalla procura e dal giudice, argomentazioni avevano portato il pm, Silvia Manfredi, a chiedere per l’imputato la condanna a sei mesi di reclusione. Esaminando «il corsivo», per l’esperto messo in campo dai difensori Claudia Marcante e Aldo Pisani, «è sbagliata la valutazione di chi dice che Roffia scrive in modo fluido e scorrevole, perchè, al contrario, scrive in modo molto stentato». Conclusione: «Non può essere stato lui a scrivere quei due biglietti».
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