L'ANALISI
Casalmaggiore - La polemica degli insegnanti di sostegno
27 Gennaio 2014 - 09:43
L'ex complesso monastico che ospita la fondazione Santa Chiara
CASALMAGGIORE — Arriverà martedì 28 dalla Fondazione Santa Chiara la risposta alla lettera scritta da alcuni docenti di sostegno che hanno detto 'no' alle classi ghetto per disabili. Il presidente del consiglio di amministrazione Paolo Vezzoni risponderà alla ‘riflessione’ del gruppo di insegnanti nel corso della conferenza stampa convocata per presentare i corsi in vista della chiusura delle preiscrizioni.
In via ufficiosa, però, dalla sede nell’ex convento di via Formis escono alcune anticipazioni. «Innanzitutto va detto che è la Regione (da cui dipende la formazione professionale, ndr) a dare l’opportunità di costituire classi di questo tipo, destinate a giovani dai 14 ai 21 anni, nell’intento di dare un servizio al territorio. L’opportunità è estesa, tra l’altro, non solo ai portatori di handicap, ma anche a chi ha altri tipi di problemi, come la tossicodipendenza. A questi ragazzi viene data la possibilità di ottenere una qualifica (indirizzo ‘segreteria’) che poi è spendibile nel mondo del lavoro».
In tante città della Lombardia, specialmente nella fascia a nord di Milano, questo tipo di esperienze in effetti è consolidato da anni: «Ma senza andare troppo lontano — confermano da S. Chiara — anche lo Ial Cisl di Cremona da tempo propone questo tipo di offerta, anche sul territorio casalasco». Un altro elemento su cui si insiste è «l’assoluta mancanza di volontà di disturbare o fare concorrenza ad altre istituzioni scolastiche».
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