L'ANALISI
Casalmaggiore
16 Gennaio 2014 - 14:43
Il vescovo Dante Lafranconi
CASALMAGGIORE - Torna il vescovo Dante Lafranconi a Casalmaggiore. Accadrà martedì 11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes, quando si celebrerà la XXII Giornata mondiale del malato, dal titolo «Fede e carità "...anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli"» (1 Gv 3,16).
A livello diocesano la Giornata sarà caratterizzata dall’Eucaristica che il vescovo Dante Lafranconi presiederà nel pomeriggio presso la casa di riposo "Busi" di Casalmaggiore. Diversi i materiali di approfondimento messi a disposizione dall’Ufficio diocesano per la pastorale della salute, diretto da don Maurizio Lucini (ex vicario di Piadena), che proprio in vista di questa Giornata rilancia il corso di formazione per i ministri della consolazione.
Ne dà notizia il sito della Diocesi di Cremona.
Alle 15.30 è prevista la recita del Rosario, cui seguirà, alle 16, l’Eucaristia presieduta dal Vescovo nel duomo di Santo Stefano. Insieme a mons. Lafranconi celebreranno il responsabile diocesano per la Pastorale della salute, don Maurizio Lucini, l'arcipretge Casalmaggiore don Alberto Franzini, il cappellano della struttura sanitaria don Bruno Galetti e alcuni altri sacerdoti della zona pastorale. Alla celebrazione saranno presenti i volontari dell’Unitalsi di Cremona, guidati da Marinella Oneta, che assisteranno i malati. Un pullman partirà da piazza della Libertà a Cremona alle 13.50. Dopo la Messa il vescovo farà visita ai degenti della casa di riposo "Busi".
«Questa annuale Giornata – spiega don Maurizio Lucini, responsabile dell’Ufficio diocesano per la pastorale della salute – rappresenta un’occasione importante per le nostre comunità, per rimettere al centro la questione della sofferenza e del nostro impegno a fianco delle persone ammalate». «È tempo opportuno – continua il sacerdote – in cui interrogarsi su quanto spazio occupi nei nostri progetti pastorali la formazione e l'azione pastorale presso i sofferenti e le loro famiglie. C’è molto dolore sommerso nelle case delle nostre comunità, talvolta tenuto nascosto dai familiari per un senso di pudore, altre volte invece isolato dagli altri per paura di invadere un’area privata. Sta di fatto che i malati, gli anziani non autosufficienti e i disabili con le loro famiglie vengono relegati sempre più in uno spazio di solitudine fatto di fatiche quotidiane, preoccupazioni per il futuro e problemi a non finire».
Proprio di di fronte a questo panorama l’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute ha ideato un percorso per preparare i cosiddetti “ministri della consolazione”. «Si tratta di laici sensibili – precisa don Lucini – che, inviati a nome del loro parroco e della loro comunità, attuano un ministero di consolazione fatto di presenza, di ascolto, ma anche di aiuti concreti: come fare la spesa, andare in posta e sollevare i familiari provati fisicamente e psicologicamente».
Un percorso è già stato avviato per la zona di Casalmaggiore, con una cinquantina di persone che hanno partecipato ai primi due incontri, svolti presso l’oratorio di S. Giovanni in Croce. L'itinerario completo prevede un totale di 10 incontri, suddivisi in 2 anni.
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