L'ANALISI
05 Gennaio 2014 - 10:22
CASALMAGGIORE — Da anni Angelo Lazzari e la moglie Luisella, con molta discrezione, hanno tramutato le loro ferie invernali in una vera missione di aiuto a una piccola comunità del Kenya di nome Watamu. Dei coniugi Lazzari ci parla Fabio Federici, componente di Oltrefossa, l’associazione di Fossacaprara che ha pensato di promuovere una raccolta di fondi per sostenere le loro iniziative. «Con donazioni raccolte presso amici e conoscenti — racconta Federici — Angelo è riuscito a far costruire alcune case in muratura da destinare a famiglie che vivevano in capanne fatiscenti di paglia e fango, ha donato letti in legno costruiti da artigiani del luogo a chi non ne aveva mai posseduti, ha pagato per un anno l’affitto di appartamenti per madri sole con bambini, ha sostenuto lo studio di adolescenti, saldando le rette annuali delle scuole». Insomma, una serie di iniziative meritorie. E così l’associazione di Fossacaprara si è mobilitata per aiutare questa coppia di ‘angeli’ casalaschi a fare ancora di più: per domenica 5 alle 16 ha organizzato presso la sede di Fossacaprara un incontro con Angelo e Luisella che illustreranno la loro opera con foto e racconti.
IL SOGNO
Federici ci ha fatto avere anche qualche annotazione inviatagli da Angelo. Parole che danno il senso di ciò che lui e Luisella stanno facendo in Africa. «Si è conclusa positivamente — scrive — l’ennesima ‘vacanza’ kenyota. Quest’anno abbiamo avuto la compagnia di compaesani che hanno visionato, con entusiasmo, le nostre piccole iniziative umanitarie in aiuto alla gente di Watamu e dintorni. Ripetendo i vari tipi di interventi degli anni scorsi, abbiamo costruito una struttura per una famiglia, fatto costruire qualche lettino, acquistati materassi e lenzuola per diverse famiglie, contribuito, anche se in piccola misura, al pagamento di iscrizioni scolastiche per ragazzi; abbiamo pagato l’applicazione medica di anticoncezionali per ragazze madri con prole già numerosa e si sono destinate piccole somme all’acquisto di alimentari di prima necessità (farina per polenta, riso, fagioli, zucchero eccetera). I nostri aiuti sono stati da tutti graditi e a tutti voi trasmetto il grazie ricevuto da loro».
Adesso c’è l’idea, che si spera venga sostenuta dagli sponsor, di costruire per mamma Doris e suoi sei bimbi «una struttura simile a quella che quest’anno abbiamo fatto per la famiglia di Goffredo: una casetta in mattoni di circa 40 metri quadrati di superficie». Doris e i suoi figli vivono ancora in una capanna, in condizioni che «hanno commosso più persone che ho portato sul luogo. Per questi dimenticati vorremmo un riparo dalle intemperie e un minimo di vivibilità. Spero che con l’aiuto vostro si possa concretizzare un altro sogno».
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