L'ANALISI
28 Dicembre 2013 - 09:04
La casa abbaziale di Santo Stefano e, nel riquadro, don Alberto Franzini
CASALMAGGIORE — «Perché non si pensa anche a destinare una parte del proprio testamento — quello che è possibile a ciascuno di noi — alle opere parrocchiali, che i nostri antenati ci hanno generosamente lasciato e che oggi facciamo fatica a mantenere?».
La domanda viene posta da don Alberto Franzini, parroco di Santo Stefano e di San Leonardo, e dal consiglio parrocchiale degli affari economici, attraverso le colonne di ‘Ritrovarci’, in riferimento alle necessità degli immobili parrocchiali. E’ un forte appello alla generosità dei parrocchiani. «Teniamo conto che a Casalmaggiore esiste un buon numero di istituti bancari, che segnalano la presenza di persone facoltose. Ciascuno dia quel che può, secondo l’ammonimento di San Paolo: ‘Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza ne’ per forza, perché Dio ama chi dona con gioia’”.
L'aiuto chiesto riguarda, in particolare, i lavori per il palazzo abbaziale, la casa parrocchiale e i tetti della chiesa di San Leonardo.
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