L'ANALISI
16 Marzo 2025 - 05:20
Nel riquadro Luigi Pagliari
PIADENA DRIZZONA - Da alcune settimane un uomo, di nazionalità nigeriana, dorme sul pavimento della sala d’aspetto della stazione ferroviaria. Una situazione normale nelle grandi città, un po’ meno nei piccoli centri. «Ho ricevuto una segnalazione e venerdì sera mi sono recato di persona a verificare la situazione — spiega il consigliere Luigi Pagliari —. Lì ho trovato il giovane, sulla trentina d’anni, steso a terra e tre suoi connazionali che stavano cercando, invano, di convincerlo ad abbandonare la sala. Mi hanno dato una mano con le traduzioni. Ho detto che mi sarei impegnato a rendere pubblica la vicenda perché non mi sembra normale quello che succede e che nessuno faccia qualcosa. Peraltro da parecchio tempo la stazione resta aperta giorno e notte perché ormai è diventata terra di nessuno».
La vicenda ha sollevato una serie di reazioni sui social, alimentando uno scambio di opinioni. Alcuni cittadini ritengono che l’attenzione dovrebbe essere rivolta innanzitutto alle situazioni di difficoltà locali. «E le persone del paese che sono sole e senza nessun aiuto? Ci sono tante realtà silenziose che nessuno vede», commenta un utente. Altri sottolineano la mancanza di una gestione efficace dell’accoglienza. «Si battaglia tanto per farli sbarcare, poi si abbandonano così!», scrive qualcuno. C’è anche chi teme che questa situazione possa essere solo l’inizio di un fenomeno più ampio: «La presenza di migranti in stazione è nota da tempo. Che dormano lì dentro è un segnale preoccupante. Le grandi metropoli insegnano, vogliamo aspettare che Piadena diventi una copia di queste realtà?». Un altro commento solleva interrogativi sui limiti del fenomeno: «Qual è il numero oltre il quale la situazione sarà presa sul serio? Uno è già troppo».
Non mancano segnalazioni legate al decoro della stazione. «Io lo vedo tutte le mattine, c’è una puzza terribile, fuma e lascia sigarette ovunque. Si appoggia ai vetri delle porte sporcandoli».
La situazione, tuttavia, non è semplice e va oltre il singolo caso. Alcuni cittadini evidenziano il problema sociale più ampio. «L’uomo ha trovato un luogo caldo e coperto, significa forse che le politiche migratorie non hanno più nulla da offrirgli. Ma è un uomo! Mi fa pena lui e chi deve pulire la stazione. Io non posso ospitarlo a casa mia, nessuno di noi può farlo. Tocca alle istituzioni occuparsene». Un altro cittadino: «È un po’ il simbolo del fallimento di certi discorsi sulle politiche migratorie. Chiedo scusa, di cosa vive? Come si procura da vivere? I signori dell’accoglienza senza se e senza ma come si sono mossi o si muoveranno?».
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