L'ANALISI
06 Agosto 2013 - 07:05
SABBIONETA — Usa abbondantemente l’arma dell’ironia per denunciare l’eccessivo utilizzo, a suo avviso, di cartelli stradali in corrispondenza dei prestigiosi monumenti gonzagheschi. «Avete presente il plastico che si usava da bambini per imparare i segnali stradali? Ecco, il centro storico di Sabbioneta — spiega Giuliano Sarzi Sartori — ne è la sua esatta realizzazione ed è stata necessaria una consulenza esterna per riempirla di cartelli e segnali stradali. Ora, è impossibile sbagliare e soprattutto perdersi perché in ogni punto della cittadina abbiamo a disposizione una o più segnalazioni che ci indicano la via, cosa si può, non si può e si deve fare. Ce ne sono di tutti i tipi, dimensioni e altezze, sorretti da pali e diramazioni che alla fine sembrano installazioni artistiche». Poi la critica alla consulenza esterna che ha suggerito l’intervento.
«Chi le ha posizionate, ha voluto lasciare il suo segno in ogni foto e inquadratura di qualsiasi palazzo o piazza così da essere riconosciuto da esempio per tutto il mondo. Forse eravamo troppo liberi di percorrere le strette vie di Sabbioneta, per cui è stato necessario indicare il divieto di sosta o di transito anche dove è evidente non si possano fare...Chissà com’era la viabilità nel ‘500! Allora, forse, i carri carichi di fieno, letame e pietre trainati da buoi o da cavalli, i contadini, gli artigiani, i cavalieri, le dame, le portantine e le carrozze non avendo segnali indicatori così chiari si intasavano nelle strade creando ingorghi inestricabili?».
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