L'ANALISI
31 Luglio 2013 - 17:11
CASALMAGGIORE-VIADANA - Dall'associazione New Tabor, guidata da don Paolo Tonghini, giunge un aggiornamento su un progetto di solidarietà internazionale in Congo.
"Un'ulteriore incontro di approfondimento è avvenuto a Roma alcuni giorni fà presso il Pontificio Consiglio degli Operatori Sanitari per dare inizio al cammino di cooperazione per progettare nuovi modelli di case da realizzare nella diocesi di Butembu - Beni nel Nord Kiwu, regione della Repubblica Democratica del Congo (Rdc)", esordisce la nota dell'associazione. "Questo ulteriore progetto di cooperazione internazionale rientra nel più ampio lavoro di collaborazione e di interazione con il Dicastero Vaticano suddetto, sotto la presidenza dell'arcivescovo Zygmunt Zimowski".
Il segretario del Pontificio Consiglio, Mons Jean-Marie Musivi Mupendawatu "ha convocato presso la Città del Vaticano i viadanesi don Paolo Tonghini, presidente dell'Associazione Internazionale NewTabor Onlus attiva con I suoi progetti anche in Africa, precisamente in Congo e in Uganda, Roger Pedrazzini, Christian Manfredi, Paolo Rossin, Rosario Villirillo, Flisi Roberto per fissare i punti, i tempi e I metodi organizzativi".
Il primo passo prevede "l'ospitalità di un ingegnere del luogo, leader nel settore dell'edilizia e sociale, per studiare insieme ai tecnici e ai costruttori italiani un “concetto di casa” che prevede l'uso del legno presente in Congo. Questo per dare dignità umana e migliorare le condizioni di igiene e di salute degli abitanti del luogo. Successivamente, si procederà alla realizzazione del nuovo prototipo nel territorio africano per poi procedere alla commercializzazione del prodotto".
"Un impegno economico - sociale che la Chiesa desidera proporre al popolo congolose per dare dignità alla persona e alla famiglia. Gli interessati al progetto si ritengono fortunati e soddisfatti di poter partecipare all'impegno progettuale anche perchè i processi di cooperazione e di internazionalizzazione sono passaggi fondamentali per estendere i confini europei e per uscire da questa stagnazione culturale".
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