L'ANALISI
04 Febbraio 2023 - 05:10
DOSOLO (VILLASTRADA) - Il Teatro Sociale di Villastrada, gioiellino in stile neoclassico del 1910, è stato pignorato dal Tribunale di Mantova in seguito alla sentenza di primo grado che impone all’associazione ‘Teatro Sociale di Villastrada’, proprietaria dell’edificio, di pagare 1.560.000 euro all’impresa edile Brugnoli Geometra Giancarlo di Borgo San Giacomo (Brescia), che quindici anni fa eseguì i lavori di ristrutturazione e restauro dell’immobile. Adesso, a meno che non si arrivi a una transizione extragiudiziaria dell’ultimo minuto, il teatro andrà all’asta in modo che il creditore possa essere pagato.
«Abbiamo fatto ricorso in appello contro la sentenza, che proprio non ci aspettavamo, ma sappiamo che i tempi della giustizia sono lunghi», dicono Massimo Nizzoli e Mario Bozzolini, rispettivamente presidente dell’associazione e direttore artistico della sala. «Nel frattempo, c’è il rischio che il teatro, senza cura e manutenzione, vada verso il degrado».
La stagione teatrale è stata sospesa a fine dicembre e, naturalmente, non riprenderà, togliendo un altro spazio di spettacolo e cultura all’area dell’Oglio Po mantovano, considerando che sono chiusi anche il Cineteatro Vittoria di Viadana e il cinema Lux di San Matteo.
Ma come si è arrivati al pignoramento? La questione parte da lontano, cioè dalla ristrutturazione iniziata negli anni Novanta e conclusasi nel 2010, portata avanti con grande determinazione dall’allora presidente dell’associazione Lauro Gozzi e voluta dal maestro-mecenate Pietro Anselmi, che col suo lascito testamentario permise l’acquisto dell’edificio e il completamento dei lavori di recupero. Edificato per volere di una società di trenta cittadini benestanti, il teatro fu inaugurato il 29 aprile 1911 con il ‘Il Barbiere di Siviglia’ e nel corso della sua storia vide il debutto di Delia Scala (sfollata a Villastrada durante la Seconda guerra mondiale) e spettacoli di grandi attori come Gino Cervi. Dal 1950 al 1963 il Teatro Sociale venne adibito a cinema e poi chiuso, in quanto non vi fu la disponibilità dei soci-proprietari ad affrontare le spese necessarie alla messa in sicurezza del luogo.
Nei decenni successivi rischiò seriamente di essere abbattuto sino a quando il maestro Anselmi lanciò la proposta di recuperarlo e Gozzi si assunse il compito di portare avanti l’iniziativa insieme con altri volenterosi cittadini. L’acquisto e la ristrutturazione costarono oltre 3 milioni di euro e il teatro fu inaugurato per la seconda volta il 15 ottobre 2011 con una grande festa. Dopo il taglio del nastro l’impresa presentò il conto finale, chiedendo ulteriori 900 mila euro: la richiesta aprì un contenzioso legale e una successiva causa giudiziaria, che ha infine portato alla recente sentenza.
Nel tempo i 900 mila euro richiesti dal creditore sono diventati oltre un milione e mezzo, considerando interessi e spese accessorie. Dall’alto del teatro, la statua di Tersicore, musa mitologica della danza, guarda un po’ rattristata le vicende umane.
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