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SOLAROLO RAINERIO

Una 91enne accusata di essere la mandante di un incendio doloso: 'Eravamo da un’altra parte'

Rogo alla Icam, ad agire il suo tuttofare: 'Indagini a senso unico'

Francesco Pavesi

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fpavesi@cremonaonline.it

11 Dicembre 2020 - 19:51

Una 91enne accusata di essere la mandante di un incendio doloso: 'Eravamo da un’altra parte'

SOLAROLO RAINERIO (11 dicembre 2020) - In tribunale non è mai venuta. Oggi sì. Sulla sedia a rotelle, dopo una periodo di riabilitazione. I capelli tinti di rosso. Rosso fuoco. «Una provocazione?». Raccoglie la battuta e ride Adele Anghinoni, 91 anni portati magnificamente. Alla sua età, è accusata di essere la mandante dell’incendio alla Icam, il macello suinicolo che nel 2005 l’imprenditore Giuseppe Bosco prese in affitto proprio da lei che in quei capannoni per anni allevò anatre, germanini e oche. La sera del 14 agosto di quattro anni fa, il fuoco divorò tutto. Alcuni giorni prima, l’imprenditore Bosco aveva stipulato un’assicurazione contro i furti e l’incendio. Non solo. Tutto il lotto di proprietà di Adele Anghinoni, capannone e terreno, era andato all’asta e lo aveva già acquistato la banca.

A spingere la sedia a rotelle è Jalil Samir, 54 anni, natali a Casablanca, il tuttofare che in passato ha lavorato per l’anziana Anghinoni. Lei la mandante, lui «l’esecutore materiale», ovvero colui che per l’accusa avrebbe appiccato il fuoco. «Ma non è assolutamente vero», giura il fedele Samir.

In aula era atteso Bosco, ieri. L’imprenditore che non si è costituito parte civile, doveva raccontare, spiegare. Non si è presentato. «Ha fatto pervenire giustificazione , indicando non meglio precisati motivi di lavoro», fa verbalizzare il giudice che dispone l’accompagnamento coattivo. E non solo per Bosco. Anche per un teste della difesa Anghinoni- Samir. L’avvocato Giovanni Bertoletti ha provato a citarlo. Ma il teste risulta senza fissa dimora. O, meglio, fa verbalizzare il giudice, «l’avvocato riferisce di essere a conoscenza del fatto che il soggetto vive sul territorio del comune di Bozzolo, ma senza fissa dimora e chiede, pertanto, che lo stesso venga accompagnato coattivamente dalla polizia giudiziaria alla prossima udienza». È un teste importante per l’avvocato Bertoletti. E lo è perché c’è il sospetto che lui c’entri con l’incendio doloso. Da quattro anni, il difensore dell’anziana Anghinoni e del suo fedele Samir sostiene che le indagini siano state fatte «a senso unico» per via di alcune intercettazioni ambientali. L’udienza è stata rinviata al 29 ottobre del 2021. 

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