L'ANALISI
03 Dicembre 2020 - 08:05
CINAGIA DE' BOTTI (3 dicembre 2020) - Le indagini dell’Interpol ora possono avviarsi verso la svolta definitiva: il tassello che mancava, quello dell’esame autoptico, è stato inserito nel quadro. La tragica vicenda che ha legato Roberto Arcari e Nadiya Ferrão sta tenendo impegnate le autorità portoghesi da più di una settimana e più precisamente da quel 25 novembre scorso che segna il ritrovamento della coppia sul camper del 64enne originario di Cingia de’ Botti. Lui già morto, lei ancora con un flebile soffio di vita che non ha tuttavia resistito alla gravità della ferita da arma da fuoco al capo.
È stata la Farnesina a comunicare alla famiglia dell’effettuazione dell’autopsia sulle salme di Arcari e Ferrão che si erano portati sulla suggestiva scogliera di Capo Carvoeiro alla periferia di Peniche per quello che doveva essere un ultimo «incontro chiarificatore». Analoga comunicazione è stata effettuata alla figlia della 55enne operaia di un’industria di trasformazione del pesce, sposata con il barista portoghese Josè Ferrão.
Nonostante la conclusione degli accertamenti clinici, è ancora incerta la data del rientro della salma di Arcari in quanto le rigide disposizione anti pandemia sanitaria allungano i tempi e fanno slittare il momento del trasferimento. La salma dovrebbe arrivare all’aeroporto di Malpensa e da lì con un trasporto privato giungere a Cingia de’ Botti dove il 64enne verrà sepolto. Si attende solo la chiamata dal ministero degli Esteri.
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