L'ANALISI
12 Aprile 2013 - 09:38
Meave Bonazzoli
PIADENA — «Per la prima volta sto pensando con un senso di smarrimento, per non dire angoscia, al mio futuro». Meave Bonazzoli, residente a Piadena, è una delle tante persone finite nel limbro dei cosiddetti ‘esodati’. Quei lavoratori, cioè, senza lavoro e senza pensione con età compresa tra i 60 e i 65 anni che si trovano nella condizione di aver lasciato il posto di lavoro per ristrutturazione aziendale, per accordo sindacale o per dimissioni volontarie incentivate dal datore di lavoro. Uno dei ‘prodotti’ della riforma delle pensioni. «Io ho lavorato per 38 anni alle Poste Italiane ed ora mi trovo nella condizione di non percepire la pensione e di essere ormai fuori dal mondo del lavoro».Spiega la signora Meave: «A febbraio del 2010, in tempi non sospetti, ho firmato un accordo individuale incentivato, ho lavorato sino al 31 dicembre 2010 e dal 1 aprile di quest’anno avrei dovuto iniziare a percepire la pensione, avendo compiuto 61 anni lo scorso mese di marzo. Invece, a tutt’oggi, nulla. Io vivo solo con mia mamma, che ha quasi 85 anni, non ho altri redditi e mi chiedo: che cosa sarà di me? Come potrò andare avanti in questo modo? Di che cosa viviamo? E’ davvero una situazione di grande preoccupazione».
Approfondimento sul giornale in edicola venerdì 12 aprile
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