L'ANALISI
29 Agosto 2020 - 08:38
CASALMAGGIORE (29 agosto 2020) - Quando la fede diventa un elemento unificante e crea delle amicizie che durano nei decenni. È questo quello che è accaduto a circa 25 commilitoni che hanno svolto, tra il 1977 e 1978, il servizio militare nella caserma Trieste di Casarsa della Delizia, Comune del Friuli Venezia Giulia che attualmente ha circa 8.400 abitanti e che deve la sua notorietà al fatto che lì è sepolto, con tutta la sua famiglia, Pier Paolo Pasolini.
Si tratta della seconda caserma più grande d’Italia dopo quella della Cecchignola. Di quella enorme struttura, dismessa ormai dal 2007, è rimasta l’eredità umana, di cui si è avuta una testimonianza concreta ieri mattina a Casalmaggiore. Trait d’union per il convegno in terra casalasca è stato Paolo Zani, il presidente dell’associazione Amici del Museo del Bijou.
«Allora c’erano circa 7-8 mila militari in quella caserma – racconta Zani —. All’epoca, in circa 25 commilitoni, appartenenti a corpi diversi, ci trovavamo per parlare di temi religiosi. Avevamo costituito una piccola comunità e la cosa bella, al di là delle amicizie che si erano create, è che le diversità e le varie anime che pure esistono tra cristiani lì non c’erano. Eravamo accomunati dalla fede in Cristo, senza distinzioni».
Il gruppo si è ritrovato al Santuario Madonna della Fontana per un momento di confronto. Prima la visita all’edificio sacro, poi un momento di dialogo in giardino, con la disposizione in un cerchio di fraternità. La comitiva è stata poi accompagnata a visitare il Museo del Bijou, con Zani nel ruolo di guida.
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