L'ANALISI
26 Agosto 2020 - 08:05
SAN MARTINO DEL LAGO (26 agosto 2020) - Massimo rispetto reciproco, grande civiltà, ma non è finito a «tarallucci e vino», per stessa ammissione del vescovo Antonio Napolioni, il confronto pubblico del presule con i fedeli che hanno raccolto le firme (in tutto 750) per protestare contro il trasferimento, ufficializzato lo scorso 26 luglio, di don Marco Genzini dall’Unità pastorale di Scandolara Ravara, Castelponzone, Motta Baluffi, San Martino del Lago, Solarolo Monasterolo, Ca de’ Soresini, Cingia de’ Botti e Vidiceto all’ospedale Maggiore di Cremona come cappellano Ognuno ha tenuto il punto. Da un lato il vescovo, che ha ribadito la necessità di impiegare una figura come quella di don Marco per «la pastorale sanitaria», dall’altro i fedeli, che si sono detti preoccupati per i rischi che la salute di don Genzini potrebbe correre prestando servizio in ospedale. Sullo sfondo il vero, grande guaio: la crisi di vocazioni sacerdotali e l’invecchiamento dei presbiteri che stanno determinando una ineludibile riorganizzazione interna alle parrocchie. Teatro del confronto di lunedì, iniziato alle 21, la piazza di San Martino.
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