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SAN GIOVANNI IN CROCE

Sindaci, lite a colpi di cartelli

Asinari di San Giovanni ne ha affissi due per censurare l’Unione presieduta dal collega Ceresini di Solarolo, tensioni e ripicche per il recesso dall'unione Palvareta Nova

Francesco Pavesi

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fpavesi@cremonaonline.it

13 Luglio 2020 - 07:27

Sindaci, lite a colpi di cartelli

SAN GIOVANNI IN CROCE (13 luglio 2020) - Qualcuno l’ha già ribattezzata la ‘battaglia dei cartelli’. Se il buongiorno si vede dal mattino, saranno sei mesi di passione, quelli che porteranno l’uscita di San Giovanni in Croce dall’Unione Palvareta Nova, votata dal Consiglio comunale del primo dei due enti lo scorso 22 giugno, per essere effettiva il prossimo primo gennaio.

Nei giorni scorsi, griffati con il logo dell’amministrazione guidata dal sindaco Pierguido Asinari, sono apparsi due cartelli, il primo davanti al municipio che così recita «Avviso ai residenti e ai fornitori. A seguito di decisione della giunta dell’Unione Palvareta Nova (guidata da Vittorio Ceresini, nda) con voto contrario del Comune di San Giovanni, l’ufficio ragioneria è stato spostato presso il Comune di Solarolo Rainerio. La ragioneria sarà presente nell’ufficio di San Giovanni solo nella giornata di mercoledì».

Venerdì, invece davanti al plesso scolastico di San Giovanni, che ospita elementari e medie è apparso un secondo cartello. «Avviso ai residenti e ai genitori. Siamo spiacenti della situazione in cui versa il prato della scuola primaria dell’Unione Palvareta. Nonostante sia stato chiesto al presidente dell’Unione di autorizzare lo sfalcio del prato, lo stesso non ritiene necessario farlo. Potremmo, per l’ennesima volta, provvedere alle mancanze dell’Unione Palvareta come Comune di San Giovanni, ma non ci sembra questo il modo di collaborare ed è giusto che i residenti siano a conoscenza delle difficoltà che si incontrano ad operare dipendendo da un altro ente e da altre persone».

Interpellato sulla vicenda, Ceresini commenta così: «A parte il logo del Comune, reperibile ovunque su internet, i cartelli sono anonimi e non firmati e potrebbe averli messi chiunque. I rappresentanti eletti democraticamente dai cittadini di San Giovanni hanno le sedi istituzionali in cui confrontarsi, basta presentarsi alle sedute convocate e non sottrarsi al confronto. I sindaci passano e le comunità restano e devono essere amministrate con assoluta serietà, non con atteggiamenti infantili».

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